Piccola prefazione, con riferimento a precedenti contributi dei lettori.
Da più parti mi si chiede di riprendere il discorso sull'Apocalisse, rimasto in sospeso, proprio come l'insoddisfazione di alcuni lettori che , forse, si aspettavano una soluzione facilmente raggiungibile. Purtroppo siamo ancora alle premesse che, comunque, pubblico a favore di quei pochi che non beneficiano del dono della pazienza. L'avevo detto: l'Apocalisse è un osso duro!
Per quanto posso ricordare nell' Apocalisse vi sono troppi simboli, difficilissimo quindi ricondurli a precisi schemi cosmici. Con qualcuno può funzionare, ma che dire delle cavallette , o dei terribili scorpioni che portano inaudite sofferenze all'umanità? E poi c'è quel dannatissimo seicentosessantasei. 
Credo che tutti abbiano fallito nel nel proposito di fornire una spiegazione convincente. Insomma, si è tentato di tutto e, sotto il profilo delle rappresentazioni astrali, mi è sembrato che l'impegno si sia rivelato anche più duro del previsto. Comunque l'argomento è troppo vasto per risolverlo in poco spazio e poco tempo, e poi ci sono i sigilli, le trombe etc. etc. Un bel casino! Occorre però cercare di fare chiarezza con l'impianto simbolico Nella settima parte del libro di Daniele, da noi pubblicata qui , si fa cenno all'Apocalisse e, in particolar modo, ai 'sette tempi'. L'analogia coi sette sigilli e le sette trombe, balza all'occhio. Occorre riflettere bene su questi elementi. I sigilli potrebbero indicare la fine, la chiusura di un' epoca, così come Daniele doveva porre dei sigilli ai peccati commessi dal suo popolo. Non a caso i sigilli sono sette come le epoche della dannazione e del peccato commesse dall'umanità dopo l'armonia dell'Età dell'Oro. Invito alla riflessione su questa soluzione. Forse può essere un primo tassello del complicato enigma del libro dell'Apocalisse.. Rispetto a quanto detto sull'Apocalisse, aggiungerei che i primi passi del libro non trattano numeri, a parte il sette (Le stelle, le chiese, i sigilli e le trombe), benché il Cristo vestito di una tunica pare somigliare, per caratteristiche delineate dall'autore, al gigante del sogno di Nabucco (Libro di Daniele). In questi nostri articoli, non so se qualcuno lo ricorda, generalmente quando si parla di drappeggi , tuniche o veli, si è inteso far riferimento a rappresentazioni di cicli temporali. Il Vivente che si definisce 'alfa e omega', a mio avviso potrebbe indicare l'estensione temporale dei famosi sette tempi scanditi rispettivamente dall'età dell'Argento (Capelli bianchi come 'neve' recita il versetto Ap 1, 14 e anche qui la nostra idea dell'età dell'Argento vista come epoca delle glaciazioni , pare delineare un significato preciso), del Fuoco (Terra combusta provocata dalla scansione stagionale rappresentata dagli occhi fiammeggianti) e del Bronzo, elementi che compaiono nel Vivente della Rivelazione finale. Sono i tempi compresi fra l'età dell'oro (Rappresentata dalla cintola d'oro stretta in vita del Cristo, come a tenere insieme i sette cicli temporali durante i quali l'umanità si è degradata per demeriti propri) e i flagelli apocalittici
Da un commento di GBC (Giovanni) del dicembre del 2023: In pratica sono i tempi del semi ciclo precessionale in cui l'umanità corrotta ha provocato l'intervento del Salvatore, l'Agnello.
Questo motivo lo si ritrova nel mito di Zoroastro (Zarathustra) , dove il dio supremo Ahura Mazdā
invia il suo profeta all'umanità corrotta per porre termine al suo degrado spirituale fattosi oramai eccessivo, ai limiti del recupero. Zoroastro, allora, è un 'salvatore' . Anche quando viene chiesto a Giovanni di riportare alcuni messaggi degli angeli delle sette chiese, si entra nel merito di un' umanità infettata dal proprio peccato, specialmente per quanto concerne le chiese di Sardi, Filadelfia o Laodicea. Ogni brano del famoso libro apocalittico comincia col rimarcare le virtù degli angeli posti a guardia delle città (Cioè delle condotte dei loro abitanti) per poi terminare con esortazioni di obbedienza e fedeltà. Il Signore, che dovrebbe essere il Cristo, si rivolge agli angeli delle sette chiese definendosi di volta in volta come Colui che porta sette stelle nella mano destra, poi come Colui che ha sconfitto la morte, ed ancora come Colui che apre e chiude porte già aperte. Gli abitanti delle città dell'Asia Minore sembrano rappresentare un campione significativo dell'umanità corrotta ed allora ecco che il numero sette calza a pennello con la fase dei sette tempi menzionata più volte, quella fase cioè che comprende i tempi fra l'età aurea e quella della salvezza, lasso temporale in cui l'uomo da creatura divina va via via degradando la sua purezza primigenia. Ma in definitiva questi primi passi del libro apocalittico, paiono quasi totalmente privi di numeri. Procedendo con la lettura giungeremo allora alla descrizione del trono su cui siede il Cristo che 'ha sconfitto la morte e che vien retto da 'quattro viventi, indiscutibilmente rappresentati dalle quattro ere precessionali, corrispondenti alle figure astrali del Leone, del Vitello (Toro) , dell'Uomo (Acquario) e dell'Aquila/Scorpione (Tetramorfo sacro).
Qualcuno potrebbe notare, tuttavia, che i sette tempi qui menzionati, non combacino coi sette tempi dell'emiciclo cristiano, che comprende i sei dalla casa del Pane (Segno della Vergine) alla casa dei Pesci, + l'Acquario (O anche: Aquario), un intervallo poco più lungo di 13.000 anni . Infatti, questa associazione non regge perché escluderebbe dal computo il motivio del vecchio 'coi capelli bianchi' , da noi individuato come rappresentazione dell'età dell'Argento. La versione apocalittica di Giovanni, in tutta evidenza, parte da un contesto universale e pone l'uomo con la tunica bianca, entro un lasso temporale geologico-mitologico ampio, nel quale dopo l'era dell'Argento giungerà il fuoco e il fenomeno della terra combusta, in piena concomitanza con le fasi stagionali.
La chiesa di Efeso. Vi sono comunque diversi riferimenti astronomico temporali da tener conto quando si parla delle sette chiese. In quella di Efeso, ad esempio, 'Colui che parla' tiene in mano sette stelle e dalla sua bocca esce una spada a doppio taglio. Nel passo in questione, l'evangelista Giovanni comincia elencando le lodi per l'angelo fedele , tuttavia immediatamente dopo si vanno a riportare alcune sue inadempienze per poi proseguire con un'esortazione assai poco amichevole, quasi una minaccia nei suoi confronti: 'Altrimenti io verrò da te e, se non ti sarai convertito, rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto', per concludere con il 'premio' assegnato in caso di ubbidienza e adempimento delle attese: '...l'angelo vittorioso potrà mangiare dall'albero della vita che è nel paradiso di Dio'. Qui si promette, dunque, un ritorno al Gan-Eden, il luogo mitico dell'età dell'Oro.
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In effetti questi elementi narrativi sembrano coerenti e comprensibili agli occhi di un ipotetico lettore; non è così, invece, nei brani che riguardano le altre chiese, benché lo scritto mantenga alcuni caratteri comuni.
I DIECI GIORNI. A Smirne, nell'odierna Turchia, il Signore si qualifica come 'il Primo e l'Ultimo' e, contemporaneamente, come 'Colui che giacque morto e poi resuscitò'. Nel medesimo paragrafo compare poi una cifra, si parla del diavolo il quale mette in carcere alcuni fedeli che dovranno dimostrare di essere fedeli all'Agnello, resistendo a una tribolazione di dieci giorni. La compensa per il vittorioso sul diavolo sarà dunque la piena vittoria sulla morte.
Rispetto alla narrazione che riguarda la chiesa di Efeso si rammenta la presenza dell'albero della vita, da noi identificato come l'Axis Mundi pagano. Mangiare i suoi frutti significherebbe proseguire a scorrere secondo i tempi di armonia ed equilibrio del paradiso raggiunto. La presente citazione potrebbe - a nostro avviso - riguardare un'epoca priva di stagioni, cioè di sbalzi climatici. Se inoltre, come scritto in precedenza, il candelabro rappresentasse uno dei sette tempi ed allora, 'rimuoverlo dal suo posto' potrebbe voler dire la sua rimozione dal tempo della salvezza finale. In pratica ci sembra che nei passi qui riportati si proclami anzitutto l'auspicio di un ritorno ai tempi della pace e dell'armonia, quelli che abbiamo visto far parte dell'età dell'Oro, l'era precedente a quella dell' Argento. Il tutto potrebbe riguardare per l'umanità, la promessa del ritorno alle origini di purezza. Naturalmente la promessa sarebbe valida solo per coloro che si fossero dimostrati meritevoli.
continua appena possibile. Ad ogni modo tengo a ringraziare vivamente quegli assidui frequentatori del nostro spazio on-line, che ci spingono a concludere i lavori. Per concludere è presto, teniamo però a non trascurare argomenti che suscitano interesse e (da parte nostra graditissima) attenzione .
a presto FPB