Appendice della seconda parte del post Introduzione al linguaggio del mito
Errori di sommatorie alquanto elementari, si presentano saltuariamente fra i passi del testo canonico della Bibbia. Alcuni di questi sono diventati piuttosto famosi, anche se non tutti gli analisti che si sono cimentati in questa ricerca, li hanno ritenuti frutto di disattenzione. La loro ricorrenza ha suggerito l’ipotesi che gli errori palesi contenuti nella Bibbia, possano essere stati inseriti volontariamente, e tale idea ha perfino preso vigore quando si è giunti a scoprire, dietro la banalità di talune sviste, la correlazione centesimale di misure di fenomeni cosmici (durata del ciclo precessionale degli equinozi o misura del suo grado), con quelle valutate dagli astronomi della nostra epoca, come a voler ribadire ancora una volta, che i testi antichi fossero composti da una parte ‘volatile’/interpretabile (e resa tale, come abbiamo visto, dalla struttura della lingua) e di una non-alterabile che, attraverso la decodificazione in un linguaggio arcaico, intendesse racchiudere e preservare contenuti di carattere strettamente scientifico.Questa concezione analitica, concepita da Giorgio de Santillana a metà Novecento, ha ben presto sollevato enormi dibattiti nella comunità scientifica, la quale, prima di allora, aveva categoricamente escluso che popolazioni arretrate, vissute otto o diecimila anni prima, avessero potuto disporre di dati e informazioni precise quanto le nostre. Questo semplice assunto avrebbe fatto saltare l’equazione portante del concetto di sviluppo tarato su scala antropologica, concezione che non ammette sbalzi, o vuoti, in linea cronologica.
Errori nei testi biblici: tre casi emblematici e celebri
Il libro dei Numeri (Censimenti) è ritenuto, per la Chiesa di Roma, un testo dettato (o ispirato) direttamente da Dio', sebbene il suo contenuto estremamente controverso, abbia nel tempo suscitato forti perplessità; anche il capitolo dei patriarchi antidiluviani - in Genesi - specie per quanto concerne l'età dei discendenti adamitici, non è stato risparmiato da critiche pungenti. In questi due, come in tanti altri casi del Vecchio Testamento, non è stato facile comprendere i significati o il pensiero del redattore in questione, tanto più se alla stranezza e incoerenza della narrazione si sono aggiunti errori palesi nella trascrizione delle cifre.
A questo punto ho convenuto dover distinguere gli errori secondo due categorie secche: da un lato questi possono essere il risultato di un lavoro di copiatura disattento, ma dall'altro bisogna dire che l'imprecisione può in realtà, aver celato significati importanti, lasciando pervia l'idea che le imprecisioni fossero frutto di volontarietà, fossero cioè stati inseriti dagli autori allo scopo di occultare i risultati.
Non fa parte di quest'ultima categoria, il celebre errore riportato nelle vecchie bibbie CEI, rispetto il conteggio degli uomini della tribù di Giuda, in NUmeri 1:27 e NUmeri 2:4 (ripetizione). La cifra , probabilmente trascritta male in diecimila unità per difetto, può ragionevolmente ritenersi errore, in quanto facilmente identificabile in riferimento al risultato della sommatoria. I conti, infatti, torneranno con precisione solo se a quel 'sessantaquattromilaconquecento si sostituisce la cifra settantaquattromilacinquecento (74.500).
Di natura molto differente sembrano invece essere altri errori, peraltro molto famosi, come la somma di tutti i maschi leviti da un mese in su, che anziché 22.000 , risulterebbero, pallottoliere alla mano, ben 22.300 (Numeri 3: 39). Anche in questo caso,una volta corretto l' 'errore', potremo affrontare, in senso strettamente matematico, un'operazione che porterà a risultati sorprendenti. Rimanderei però ogni ulteriore sviluppo al contributo di prossima pubblicazione.
Tab 2 B I discendenti di Levi
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Ghersomiti Keatiti Merariti
7500 8600 6200 22300
Ovest Sud Nord
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Maschi della tribù di Levi da 30 anni a 50 anni totale
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2630 2750 3200
Dello stesso tenore, a noi è sembrato essere anche l'errore riconosciuto da molti studiosi (quali William Albright, Gershon Galil, Martin Anstey, Mario Liverani e Marco Nobile) , presente in 2Re 15: 1, in cui si conteggia il regno di Emazia ben dodici anni più lungo. Apportate le giuste correzioni, la somma degli anni del regno del Nord (Israele) e del Sud (Giuda) ha dato come risultato il valore di 720 anni. Questa quantità , a nostro avviso, rappresenta un numero altamente significativo in chiave precessionale, ed ecco perciò il motivo che ci ha indotto a credere, che l'errore in questione non fosse una semplice svista ma un accorgimento del tutto volontario, introdotto dai redattori (nel brano sui regni di Giuda e Israele, tratto dal libro 2Re) allo scopo di salvaguardare cripticamente un dato sensibile rilevabile soltanto attraverso una conoscenza assai avanzata dei fenomeni astronomici. Dedichiamo maggiori approfondimenti nell 'articolo da noi pubblicato sul sito Profezie evangeliche
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