martedì 10 giugno 2025

Il traditore è peggio del nemico giurato

Considerazioni a ruota libera sul referendum dell' 8-9 Giugno 




Lo sconforto tuttavia, ha prevalso e, per una volta, abbiamo ritenuto più opportuno parlare chiaro, provare a manifestare la nostra posizione che non è una posizione 'di parte', un giudizio preso a prestito dai bollettini dei partiti di governo o uno slogan, buono soprattutto per i teatrini televisivi o per quelli, mordi e fuggi, delle pagine social dei leader più influenti e visibilizzati della politica italiana. Non sarà il nostro , un appello a un voto o a una presa di posizione fideistica: ". . . Perché lo dice la Giorgia! "Perché lo dice la Elly."  Nulla di tutto ciò. 

                                     

                                                   Un  giovane disoccupato in cerca di lavoro (e di barbiere)                                       

      Ciò, insomma, che ci ha costretto a toccare seppur con le canne, tali volgarità (motivazioni false e faziose) elettorali ,  è il richiamo alle politiche giovanili, alla necessità di un ritorno alla tutela dei giovani, al loro ingresso nel mondo del lavoro. E poco importa che il dietrofront sia un passaggio storico da imputare alle sinistre, le stesse che il Jobs-act l'avevano voluto , anche a costo della vita di qualcuno che si era speso affinché queste dissennate strategie potessero essere tradotte in leggi precise. Ma adesso anziché difenderle, e con esse la dignità di chi si è imbattuto nelle reazioni scomposta di una sparuta compagine di spietati 'giustizieri' , le basi di quelle politiche vorrebbero essere smantellate a favore dei giovani, si dirà nei mesi a venire. E sempre a favore dei giovani che la legge Fornero, vorrebbe operare , lasciando decrepiti vecchietti su posto di lavoro ad un'età che tempi addietro  si considerava buona per portare a passeggio i nipotini, tutt'al più a sparger briciole di pane nelle piazze, ad ingrassar volatili. Altra perla delle famigerate politiche per i giovani inventate dalla sinistra e dalla sinistra difese a spada tratta, finché le aziende a beneficiarne fossero le 'loro' (Diremmo con una semplificazione suggerita dalle virgolette). Ma quando si è compreso che questi meccanismi  avrebbero finito per foraggiare aziende affiliate alla controparte politica, consolidando i ruoli di potere di quegli avversari che tali si mostravano solo agli occhi di una coscienza popolare oscurata da decenni di bugie, ecco che il Lavoro Giovanile prese ad essere scritto nuovamente con le maiuscole, ecco che il vocabolario di taluni personaggi riportò sugli scudi termini divenuti nel frattempo obsoleti, retrogradi e fuori corso come : diritto, difesa della sicurezza, giusta causa e via dicendo.  Mi fermo qua, cercando di non farmi prendere la mano dalla rabbia. Con calma, vorrei invece invitare, proprio i giovani a lasciar cadere gli abiti delle contrapposizioni faziose, dimenticare i linguaggi plastificati di una retorica della competizione vocata allo scontro delle parti, invece che al dialogo. Vorrei che si prendesse coscienza del mondo in cui viviamo, di quella stessa realtà dove non si contrappongono più interessi aziendali a interessi dei lavoratori, quando i partiti  si facevano rappresentanze di due diversi modi di intendere la vita, il lavoro e lo sviluppo economico e sociale e dal cui dialogo scaturiva un compromesso utile. Oggi rimangono le rappresentanze della finanza che vede solo la logica dei profitti, subordinando gli interessi dei piccoli lavoratori a quelli delle multinazionali. A destra e a sinistra non esistono che quelli; i rappresentanti dei confinati dietro i cordoni di sicurezza dei consigli di amministrazione, invece, vengono sempre dopo: gli stati non sono più organismi di tutela delle persone ma delle dirigenze aziendali. Non sono più a favore delle persone comuni e delle imprese onestamente inserite nel mercato, ma dei faccendieri, dei voltagabbana e dei cerchiobottisti . Questo è il punto, ed allora ecco che l'elettorato di sinistra perspicace non va più a esprimere il proprio diritto di scegliere, eligere, quindi votare. Il traditore è peggio del nemico giurato. Questo è un altro  punto da tenere in mente! E' questo l'unico  motivo che manterrà gli attuali squilibri elettorali nei prossimi anni. Ma ciò non riguarda solo la politica dei nostri  campanili, il modello economico imposto difatti proviene dall'esterno, da un potere che oramai agisce localmente scimmiottando le dinamiche consolidate altrove, nei grandi paesi della 'civiltà' e del benessere. E per quei luoghi lontani malgovernati (dittatori disegnati a tavolino) che ancora resistono con certe balordaggini sul diritti dei popoli sovrani, ecco un pacchetto di misure pronto a condizionare gli esponenti partitici degli stati nazionali, per piegarli, asservirli come vassalli ai piedi di un signorotto prepotente. Poco importa che il più potente paese del pianeta sia governato da un vecchino arteriosclerotico col pannolone  o dal buzzurro col suo  iconico riporto  antivento (A cinque tacche di resistenza, come gli accendini dei marinai), in un caso , come nell'altro, le politiche favoriranno interessi finanziari vincolati agli armamenti, alla sanità e alle risorse petrolifere da una parte, piuttosto che al Green , alla tecnologia aerospaziale e alla robotica dall'altra, in barba allo stato sociale, ai diritti retributivi e a qualunque altro inghippo capace di rallentare la vertiginosa corsa al controllo della spesa, alla spasmodica ed inarrestabile concentrazione del potere e della finanza entro recinti sempre più piccoli, sempre più avidi. Ecco perché , all'ombra del nostro piccolo campanile, la grande menzogna dell'alternanza ( e della conseguente falsa contrapposizione fra destra e sinistra) servirà solo a mantenere ben saldi sullo stello binario, interessi distanti da quelli dei cittadini, o forse è meglio dire, della massa ignorante, destinata a benedire il padronato per quel tozzo di pane che filantropicamente si guarderà bene da non fargli mai mancare, fino al momento in cui - non facciamoci illusioni - la produzione e la finanza punteranno le loro fiches sulla casella delle servitù biologiche. E non ci stupiremmo di certo se qualche acuto filosofo prima o poi, coniasse un neologismo di tendenza per descrivere l'assurdità di questa situazione divenuta oramai infestante, quello di 'zavorra sociale', unico appellativo degno di quelle piccole compagini partitiche che ancora si ostinano a voler parlare di diritti mantenendone perlopiù anche l'originario significato sociale.  




 

J

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