Piccola prefazione, con riferimento a precedenti contributi dei lettori.
Post aggiornato il 23 08 2025
Da più parti mi si chiede di riprendere il discorso sull'Apocalisse, rimasto in sospeso, proprio come l'insoddisfazione di alcuni lettori che, forse, si aspettavano una soluzione facilmente raggiungibile. Purtroppo siamo ancora alle premesse che comunque pubblico a favore di quei pochi che non beneficiano del dono della pazienza. L'avevo detto: l'Apocalisse è un osso duro!
Per quanto posso ricordare nell' Apocalisse vi sono troppi simboli, difficilissimo quindi ricondurli a precisi schemi cosmici. Con qualcuno può funzionare, ma che dire delle cavallette , o dei terribili scorpioni che portano inaudite sofferenze all'umanità? E poi c'è quel dannatissimo seicentosessantasei. Credo che tutti abbiano fallito nel nel proposito di fornire una spiegazione convincente. Insomma, si è tentato di tutto e, sotto il profilo delle rappresentazioni astrali, mi è sembrato che l'impegno si sia rivelato anche più duro del previsto. Comunque l'argomento è troppo vasto per risolverlo in poco spazio e poco tempo, e poi ci sono i sigilli, le trombe etc. etc. Un bel casino! Occorre però cercare di fare chiarezza con l'impianto simbolico Nella settima parte del libro di Daniele, da noi pubblicata qui , si fa cenno all'Apocalisse e, in particolar modo, ai 'sette tempi'. L'analogia coi sette sigilli e le sette trombe, balza all'occhio. Occorre riflettere bene su questi elementi. I sigilli potrebbero indicare la fine, la chiusura di un' epoca, così come Daniele doveva porre dei sigilli ai peccati commessi dal suo popolo. Non a caso i sigilli sono sette come le epoche della dannazione e del peccato commesse dall'umanità dopo l'armonia dell'Età dell'Oro. Invito ad un'attenta analisi riguardo questa soluzione: forse può rappresentare un primo tassello del complicato enigma del libro dell'Apocalisse. Rispetto a quanto detto precedentemente aggiungerei che i primi passi del libro non trattano numeri, a parte il sette (Le stelle, le chiese, i sigilli e le trombe), benché il Cristo vestito di una tunica, pare somigliare, per caratteristiche delineate dall'autore, al gigante del sogno di Nabucco (Libro di Daniele). In questi nostri articoli, non so se qualcuno lo ricorda, generalmente quando si parla di drappeggi , tuniche o veli, si è fatto riferimento a rappresentazioni di cicli temporali. Il Vivente che si definisce 'alfa e omega', a mio avviso potrebbe indicare l'estensione temporale dei famosi sette tempi scanditi rispettivamente dall'età dell'Argento (Capelli bianchi come 'neve' recita il versetto Ap 1, 14 e anche qui la nostra idea dell'età dell'Argento vista come epoca delle glaciazioni , pare delineare un significato preciso), del Fuoco (Terra combusta provocata dalla scansione stagionale rappresentata dagli occhi fiammeggianti) e del Bronzo, elementi che compaiono nel Vivente della Rivelazione finale. Sono i tempi compresi fra l'età dell'oro (Rappresentata dalla cintola d'oro stretta in vita del Cristo, come a tenere insieme i sette cicli temporali durante i quali l'umanità si è degradata per demeriti propri) e i flagelli apocalittici
Da un commento di GBC (Giovanni) del dicembre del 2023: In pratica sono i tempi del semi ciclo precessionale in cui l'umanità corrotta ha provocato l'intervento del Salvatore, l'Agnello.
Questo motivo lo si ritrova nel mito di Zoroastro (Zarathustra) , dove il dio supremo Ahura Mazdā invia il suo profeta all'umanità corrotta per porre termine al suo degrado spirituale fattosi oramai eccessivo, ai limiti del recupero. Zoroastro, allora, è un 'salvatore' . Anche quando viene chiesto a Giovanni di riportare alcuni messaggi degli angeli delle sette chiese, si entra nel merito di un' umanità infettata dal proprio peccato, specialmente per quanto concerne le chiese di Sardi, Filadelfia o Laodicea. Ogni brano del famoso libro apocalittico comincia col rimarcare le virtù degli angeli posti a guardia delle città (Cioè delle condotte dei loro abitanti) per poi terminare con esortazioni di obbedienza e fedeltà. Il Signore, che dovrebbe essere il Cristo, si rivolge agli angeli delle sette chiese definendosi di volta in volta come Colui che porta sette stelle nella mano destra, poi come Colui che ha sconfitto la morte, ed ancora come Colui che apre e chiude porte già aperte. Gli abitanti delle città dell'Asia Minore sembrano rappresentare un campione significativo dell'umanità corrotta ed allora ecco che il numero sette calza a pennello con la fase dei sette tempi menzionata più volte, quella fase cioè che comprende i tempi fra l'età aurea e quella della salvezza, lasso temporale in cui l'uomo da creatura divina va via via degradando la sua purezza primigenia. Ma in definitiva questi primi passi del testo, paiono quasi totalmente privi di numeri. Procedendo con la lettura giungeremo allora alla descrizione del trono su cui siede il Cristo che 'ha sconfitto la morte e che vien retto da 'quattro viventi, indiscutibilmente rappresentati dalle quattro ere precessionali, corrispondenti alle figure astrali del Leone, del Vitello (Toro) , dell'Uomo (Acquario) e dell'Aquila/Scorpione (Tetramorfo sacro).
Qualcuno potrebbe notare, tuttavia, che i sette tempi qui menzionati, non combacino coi sette tempi dell'emiciclo cristiano, che comprende i sei dalla casa del Pane (Segno della Vergine) alla casa dei Pesci, + l'Acquario (O anche: Aquario), un intervallo poco più breve di 13.000 anni. Infatti, questa associazione non regge perché escluderebbe dal computo il motivo del vecchio 'coi capelli bianchi' , da noi individuato come rappresentazione dell'età dell'Argento. La versione apocalittica di Giovanni, in tutta evidenza, parte da un contesto universale e pone l'uomo con la tunica bianca, entro un lasso temporale geologico-mitologico ampio, nel quale dopo l'era dell'Argento giungerà il fuoco e il fenomeno della terra combusta, in piena concomitanza con le fasi stagionali.
La chiesa di Efeso. Vi sono comunque diversi riferimenti astronomico temporali da tener conto quando si parla delle sette chiese. In quella di Efeso, ad esempio, 'Colui che parla' tiene in mano sette stelle e dalla sua bocca esce una spada a doppio taglio. Nel passo in questione, l'evangelista comincia elencando le lodi per l'angelo fedele , tuttavia immediatamente dopo si vanno a riportare alcune sue inadempienze per poi proseguire con un'esortazione assai poco amichevole, quasi una minaccia nei suoi confronti: 'Altrimenti io verrò da te e, se non ti sarai convertito, rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto', per concludere con il 'premio' assegnato in caso di ubbidienza e adempimento delle attese: '...l'angelo vittorioso potrà mangiare dall'albero della vita che è nel paradiso di Dio'. Qui si promette, dunque, un ritorno al Gan-Eden, il luogo mitico dell'età dell'Oro.
In effetti questi elementi narrativi sembrano coerenti e comprensibili agli occhi di un lettore; non è così, invece, nei brani che riguardano le altre chiese, benché lo scritto mantenga alcuni caratteri comuni.
I DIECI GIORNI. A Smirne, nell'odierna Turchia, il Signore si qualifica come 'il Primo e l' Ultimo' e, contemporaneamente, come 'Colui che giacque morto e poi resuscitò'. Nel medesimo paragrafo compare poi una cifra, si parla del diavolo il quale mette in carcere alcuni fedeli che dovranno dimostrare di essere fedeli all'Agnello, resistendo a una tribolazione di dieci giorni. La compensa per il vittorioso sul diavolo sarà dunque la piena vittoria sulla morte.
Rispetto alla narrazione che riguarda la chiesa di Efeso si rammenta la presenza dell'albero della vita, da noi identificato come l'Axis Mundi pagano. Mangiare i suoi frutti significherebbe proseguire a scorrere secondo i tempi di armonia ed equilibrio del paradiso raggiunto. La presente citazione potrebbe - a nostro avviso - riguardare un'epoca priva di stagioni, cioè di sbalzi climatici. Se inoltre, come scritto in precedenza, il candelabro rappresentasse uno dei sette tempi ed allora, 'rimuoverlo dal suo posto' potrebbe voler dire la sua rimozione dal tempo della salvezza finale. In pratica ci sembra che nei passi qui riportati si proclami anzitutto l'auspicio di un ritorno ai tempi della pace e dell'armonia, quelli che abbiamo visto far parte dell'età dell'Oro, l'era precedente a quella dell' Argento. Il tutto potrebbe riguardare per l'umanità, la promessa del ritorno alle origini di purezza. Naturalmente la promessa sarebbe valida solo per coloro che si fossero dimostrati meritevoli.
La chiesa di Smirne. In relazione a quanto abbiamo detto fino a questo momento, la Chiesa di Smirne potrebbe pertanto rappresentare l'era dell'Aquario (senza c). I dieci giorni di reclusione, in cui si accenna nel testo, sarebbero senza dubbio i dieci giorni/gradi amputati alla casa precessionale dell'Aquario, sempre secondo il ragionamento di cui abbiamo abbondantemente dibattuto nei precedenti articoli. I dieci giorni sarebbero in definitiva gradi precessionali della durata complessiva di 720 anni solari.
La chiesa di Pergamo. In questo paragrafo troviamo l'uomo 'con la veste bianca', il quale si qualifica 'possessore della spada a doppio taglio'. L'angelo di Pergamo è lodato intensamente per la sua fermezza, soprattutto per la vicinanza della sua chiesa con la casa di Satana. A questo punto bisogna capire dove possa tenere dimora Satana. A nostro avviso Satana alloggia nel punto in cui il Salvatore è più debole; per capire dove, dunque , possa essere più debole il Salvatore, bisogna riprendere una precisa rappresentazione astrale che, ovviamente, riguarda la posizione del sole nel suo ciclo di continua nascita (al solstizio d'inverno) e morte (al solstizio estivo), oppure, secondo come lo si vuol considerare, all'equinozio autunnale. Quando nasce egli è dunque più debole, o per lo meno così intendiamo noi le cose. E se così l'avesse inteso anche l'Autore dell'Apocalisse, potrebbe significare che il punto in cui il sole nasce è anche quello in cui il potere del buio è al suo massimo livello, da qui il concetto di 'vicinanza' alla dimora di Satana. Si pensi che al solstizio invernale la luce solare alle nostre latitudini (Che poi sono anche quelle di Patmos) dura 10 ore - Per questo si dice ' il sole bambino' - mentre il buio mantiene una durata di 14 ore. Da qui si deduce che siamo in prossimità del 'punto zero', punto di transizione che, riportato nella scala dei tempi umani, indicherebbe il punto di divisione fra le epoche del peccato precedenti, e quelle successive della redenzione che prendono l'abbrivio ufficialmente quando il Salvatore nasce ed è ancora un fragile 'infante'. Il passo in cui si dice che è stato messo a morte un 'testimone fedele', coerentemente con le soluzioni da noi esposte, specifica ancora che proprio là Satana avrebbe collocato la sua dimora. Il 'fedele testimone' sembra essere quindi Giovanni Battista, indicato da altre fonti come 'colui che si ferma (che ferma la sua vita, dunque viene messo a morte) laddove il Cristo comincia a crescere', e qui la rappresentazione del ciclo annuale del sole sembra essere l'interpretazione più attinente. Tutti gli elementi riportati nei testi paiono così connessi fra loro. Nel paragrafo sulla chiesa di Pergamo si menziona inoltre Balaam, portatore di corruzione e si conclude con la minaccia della spada, altro elemento simbolico che potrebbe suggerire l'avvento dell'epoca di transizione. Al vittorioso si promette infine la manna nascosta e il sassolino bianco. Soffermiamoci adesso su questi simboli e quali possano essere i loro significati.
Per quanto concerne il 'sassolino bianco ' , ricordo che su At 26:10, menzionando l'autorizzazione ricevuta dai capi dei sacerdoti , Paolo afferma (In riferimento all'esecuzione dei discepoli di Yeshùa): ' Quando erano messi a morte io davo il mio voto '. Questa la frase in greco: κατήνεγκα ψῆφον (katènenka psèfon), vuol dire letteralmente : 'gettai giù una pietruzza' . Sappiamo infatti che nei tribunali, per emettere il giudizio definitivo, erano impiegate delle pietruzze (Dei sassolini, per l'appunto) di colore bianco per scegliere l'assoluzione e di colore nero per determinare il giudizio di colpevolezza. I giudici gettavano i loro sassolini in un'urna e così manifestavano il loro voto.
E siamo alla quarta chiesa, quella di Tiatira. Abbiamo constatato che la chiesa di Smirne può essere correlata in chiave precessionale alla casa dell'Acquario e quella di Pergamo alla casa zodiacale dei Pesci, seguendo il ragionamento allegorico e procedendo in ordine inverso al ciclo zodiacale, potremmo dunque identificare la chiesa di Tiatira con la casa dell' Ariete. Il brano comincia con l'immagine degli occhi ardenti e i piedi di bronzo del Vivente in tunica bianca. L'angelo della chiesa di Tiatira sembra far parte della schiera dei fedelissimi anche se gli si rimprovera fermamente di tollerare oltre ogni misura lecita Gazabele, la prostituta. Nel punto in cui è scritto: 'io sono Colui che scruta reni e cuore' , si lascerebbe intendere la possibilità che dietro questi termini, riferiti a organi vitali dell'uomo, si nasconda un nuovo impianto simbolico. Tuttavia non approfondiremo questo aspetto delle scritture, proprio perché privo di contenuti cifrati. Per quanto riguarda invece la chiesa di Tiatira, aggiungerei soltanto che la citazione della prostituta (O falsa profetessa) Gazabele, pare ricollegarsi alla prostituta citata in Ap 17, cioè Babilonia. Da questo dato abbiamo ricostruito uno schema temporale preciso che si riferisce all'epoca storica in cui il sovrano babilonese deportò gli ebrei a nord. Dovremmo riferirci perciò ad un arco di seicento anni precedenti la venuta del Cristo, in piena era dell' Ariete. Il premio per chi non seguirà l'esempio della meretrice babilonese sarà quello di dominare su tutte le nazioni, sovranità - sempre secondo il testo - suggellata dal possesso dello scettro di ferro. Il capitolo, in un nuovo quadro di evidenti richiami simbolici, si conclude con la rottura dei vasi d'argilla, quindi col presagio della fine delle autorità pagane ostili all'Agnello. Ed infine riportiamo un ultimo elemento su cui ragionare, ma sul quale non ci soffermeremo ulteriormente, che è il possesso della 'stella del mattino'.
La chiesa di Sardi. A questo punto della narrazione giovannea, se la precedente chiesa di Tiatira rappresentasse la fase precessionale dell'Ariete, la successiva chiesa introdotta nell'elenco (quella di Sardi, per l'appunto) potrebbe essere identificata certamente come la casa del Toro. Ci è sembrato particolarmente significativo che questa chiesa venisse definita 'morta' , poiché il Toro, in precedenza, aveva indicato il contesto delle religioni 'pagane' che erano state superate con l'avvento dell'Ariete, nel senso che, il Toro all'equinozio di primavera, aveva lasciato il proprio posto nella sua sede precessionale, mantenuto per 2160 anni, all'Ariete. Ad ogni modo, a questa chiesa, quella di Sardi, si rivolge Colui che possiede 'i sette spiriti di Dio e delle stelle'. In questo passo, il Signore esorta con queste precise parole l'angelo di Sardi: 'Svegliati!' Poi gli dice ' rinvigorisciti!, volendo così suggerire che da quel poco di devozione autentica rimasta in quel luogo possa rinascere una forza di devozione del tutto nuova e, per l'appunto, piena di vigore. Allo stesso tempo l'esortazione 'rinvigorisciti', potrebbe significare che l'Agnello è ancora in fase ascendente, non è cioè giunto al pieno del suo potere salvifico. Infine seguono lodi del Signore per gli abitanti di Sardi, non molti in realtà, che nonostante i tempi difficili sono riusciti a mantenere salda la loro fede. Ed ancora nel testo si parla di vesti di purezza e della possibilità di salvezza come condizione permanente entro il 'grande libro della vita' .
Chiesa di Filadelfia. Anche sulla chiesa di Filadelfia non vi sono contenuti cifrati. Per questioni di consequenzialità la identificheremo dunque alla casa precessionale dei Gemelli, senza l'ausilio di ulteriori indizi. Continuando la lettura del testo vediamo che, quasi stesse dettando le sue indicazioni, il 'Signore' in vesti bianche già incontrato in precedenza, si qualifica come 'Colui che ha la chiave di Davide', e da questo motivo introduce l'elemento delle porte chiuse e aperte. Potrebbe significare che ha il potere di decidere quando e come far concludere i tempi , quando scandire cioè i tempi delle ere. La chiave d'Israele fornisce dunque il lasciapassare per la Città Santa, nel senso che, una volta entrati in essa gli uomini diventeranno finalmente liberi, nel senso più pieno del termine. Il testo pone poi il problema dei 'falsi giudei' da redimere . Il Signore in vesti immacolate esorta così a mantenere la corona e afferma di fare, dell'angelo di Filadelfia, una colonna del tempio e in seguito egli dice che inciderà su di lui, e per sempre, il nome del suo Dio e della città di Gerusalemme. Da questo scritto - come si può notare - non trapelano correlazioni evidenti col segno dei Gemelli , a meno che non si voglia alludere al nome arcaico della città santa che, appunto, significava Città di Shalem, nel mito antico, uno dei due gemelli nipoti del dio supremo El (Fonte Wikipedia). L'archeologia data il primo insediamento di un nucleo di abitazioni nell'area esatta in cui oggi sorge Gerusalemme, cinquemila anni avanti Cristo. Curioso constatare che quell'epoca corrisponde in chiave precessionale proprio alla fine dell'era dei Gemelli (Era dell'Ariete : 0- 2160 anni a. C. ; Era del Toro : 2160 - 4320 a.C. ; Era precessionale dei Gemelli : 4320 - 6480 a.C.)
Chiesa di Laodicea. Per tutto ciò che riguarda la Chiesa di Laodicea non posso affermare vi siano nel testo giovanneo correlazioni evidenti con qualche fenomeno astronomico. Secondo il nostro parere, tutt'altro che insindacabile, la Chiesa di Laodicea corrisponderebbe alla casa precessionale del Cancro. Secondo il sottoscritto i punti focali andrebbero cercati nei passi che parlano di luogo 'né freddo, né caldo' e dalla purificazione dell'oro attraverso il potere catartico del fuoco. Vi sono diversi indirizzi interpretativi da tenere in considerazione, uno legata per l'appunto al luogo inteso come fase transitoria precedente alla purificazione. Il fuoco, cioè il luogo caldo, agirebbe cioè sulla materia da purificare, il metallo grezzo alchemico , quindi il simbolo dell'anima immonda (O perlomeno che si è resa tale.)
Abbiamo detto quindi che la chiesa di Laodicea corrisponderebbe alla casa precessionale del Cancro per il fatto che i passi del testo parlano di luogo 'né freddo, né caldo' e dal principio di purificazione dell'oro col fuoco. Queste rappresentazioni richiamano il fenomeno ampiamente riportato in precedenza, della terra combusta, , un fenomeno cronologicamente collocabile al periodo immediatamente successivo all'epoca mitica dell'Età dell'oro. La venuta del Cristo, rappresentata nel firmamento zodiacale dalla mangiatoia (Stella Praesepe, stella Regulus, ovvero 'piccolo Re', entrambe nella costellazione del Cancro), sarebbe quindi da mettere in correlazione con la nascita del Sole (L'alba , o il solstizio invernale nel ciclo annuale). Ed anche alle sue origini, la città era chiamata città di Zeus, (E prima ancora, città di Amon), Nel procedimento alchemico, su base simbolica, non sarà difficile individuare questa fase come quella di purificazione dell'oro, il quale, per l'appunto, comporta una fusione dell'elemento solido in elemento liquido (fase primordiale). Nella trasposizione simbolica la purificazione corrispondente al fenomeno della terra combusta, riguarderebbe dunque un procedimento rivolto all'umanità che una volta fuori dalla Età Aurea, il leggendario Eden biblico, avrebbe cominciato a perdere purezza, dunque a contaminarsi spiritualmente. Fino a questo passaggio catartico, quello della purificazione ardente, l'umanità si sarebbe trovata in uno stato termicamente tiepido, né caldo, né freddo in rapporto al calore vivo della Fede, Ciò perché il Bimbo Salvatore , appena nato ed ancora incapace di esercitare il suo potere, non aveva ancora raggiunto la maturità , epoca in cui sarebbe stato consacrato simbolicamente come fuoco purificatore. Il bimbo adagiato nella mangiatoia era insomma ancora troppo tiepido ed infatti la narrazione cristiana neotestamentaria gli affianca due bestie da stalla che col loro fiato eviteranno al piccolo l'ipotermia letale.
I Caldei distinguevano, al di fuori del cerchio zodiacale, 24 stelle di cui 12 australi e 12 boreali, chiamate “Giudici dell’Universo”. Esseri celesti che secondo la mitologia babilonese e persiana costituiscono la corte celeste. Questi 24 Vegliardi corrispondono alle 12 grandi forze cosmiche celestiali e alle 12 terrestri. Colui che è sul Trono è il Sole Centrale - il Nucleo della Cellula Solare. Le corone d’oro sulle teste dei Vegliardi simboleggiano la loro forza individuale o potenza di vita, materiale e spirituale. Per l’antica sapienza cinese, 24 sono le fasi dell’anno solare, chiamate chieh-ch’i.
La spada a doppio taglio. Abbiamo sempre inteso che il simbolo della spada, o della lancia, riporti il significato di 'punto di transizione fra due epoche '. Mettendo insieme la casa di Satana, il punto cioè dove Satana è più potente, la figura di Ponzio Pilato, e non ultima quella di Longino. La spada a doppio taglio indicherebbe che il Dio è presente sui due versanti del tempo , prima e dopo la nascita del Cristo. Longino infatti usa la lancia in una direzione , indica – secondo noi - il tempo della conversione, mentre il significato di Pilato Ponzio, ( letterale: portatore di lancia che viene dal mare ) potrebbe suggerire che in quel frangente Satana è più presente che in passato, è insomma molto più forte di sempre. Ma si tratta di un tempo parallelo dove il bene/Dio e il male/Impero Romano, si contenderanno il predominio. Sono perciò tanti gli indizi in ballo con un' unica accezione: siamo nel punto di passaggio fra l'epoca dell'Ariete e quella dei Pesci (Elemento correlato al mare/pontium ma anche al numero cinque che è un'altra traduzione del termine 'Ponzio'. Se dunque l'era fosse, come da noi sostenuto, quella dei Pesci , dopo le altre due rispettivamente settima e sesta, cioè Efeso e Smirne, Pergamo corrisponderebbe come cifra alll' era numero cinque: Ponzio per l'appunto