lunedì 10 novembre 2025

Il Messaggio

   Il cavaliere, il santo e .  . .



    Il  rera in compagnia di una prostituta, non una prescelta di corte ma una delle tante che offrivano i propri servigi ai diseredati del borgo, nulla più che un sollievo corporale, un’ultima concessione alle carni per lenire il dolore di un’anima turbata dall’imminenza della tragedia: l’esercito dei barbari aveva bivaccato davanti alle mura della città, il tempo concesso dall'ultimatum era agli sgoccioli e, all’alba, il feroce generale nonché suo acerrimo rivale, avrebbe sferrato l’attacco decisivo al castello. Data la differenza delle forze in campo, il suo regno e la sua regale autorità sarebbero stati spazzati via nel tempo di un amen. Egli non era certo atterrito dalla fama dei barbari, dalla loro crudeltà o dal cinismo del loro sovrano, ciò che lo angustiava era invece la preoccupazione di non riuscire a inviare un messaggio ai governanti che l’avevano appoggiato nella campagna militare contro lo spregevole Signore delle steppe. Il messaggio conteneva informazioni risolutive per l’esito della guerra e decisive per la sopravvivenza della civiltà di cui, la Lega dei Regni Liberi, aveva preso le difese. Quel preciso messaggio non poteva trasportarlo lui, vittima designata dei carnefici stranieri, e così rimase incerto sul da farsi, ovvero, se affidare le preziose informazioni a un generale fra i più fedeli, o a un santo. Chi di loro sarebbe sopravvissuto alla furia dell’esercito nemico? Chiese alla prostituta di convocarli, convinto che, parlando con loro, avrebbe dissipato ogni dubbio. Il nobile cavaliere fece il suo ingresso per primo nella sala regale, spoglia e umida. Il re conferì con lui, era un uomo coraggioso ed integerrimo, non avrebbe mai ceduto il passo ai militi avversari a costo della vita. ‘Costui finirà per ‘suicidarsi’ sulle lance dell’invasore, il messaggio non avrà modo di uscire dalle mura. – Pensò il re e decise di non affidargli l’incarico. Subito dopo si presentò il santo.    


                                                        

                     Il re lo interrogò come aveva fatto col graduato di sua fiducia, appena poco prima, tuttavia le risposte del santo animate da mistico ardore lo dissuasero dal consegnargli il prezioso messaggio e con esso ogni speranza di salvezza dei regni della Lega, i quali, senza la possibilità di coordinarsi fra loro , sarebbero stati annientati in fretta, uno dopo l'altro, date le poche  probabilità di successo. Il re si soffermò ancora sulla figura del santo che attendeva l'esito della sua scelta. Lo scrutò con stima per quel suo portamento fiero e per luce che traspariva dagli occhi color turchese, e non poté far a meno di ragionare ancora sulla possibilità di affidargli il delicato incarico. Quest’ uomo di fede è mosso da ideali incorruttibili. Egli è il difensore dei valori, ce l’ha scritto in fronte. I barbari gliela recideranno dal collo ancor prima di sentirlo pronunciare una sola parola. La sua purezza e la sua saggezza gli procureranno una fine rapida e con lui perirà anche la speranza di salvezza della nostra amata civiltà. – Disse sconsolato alla prostituta con cui aveva trascorso la notte. Poi guardò i suoi occhi neri come l’ossidiana e invitanti come una coppa di vino novello, ne colse la leggerezza di spirito e di costumi, in un istante comprese l’unica cosa da fare e affidò il messaggio alla sua memoria.    




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