lunedì 15 maggio 2023

Quarantacinque: il numero dell' Adam

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segue dal precedente post

              Adam 45. Una scala che relaziona tre sistemi cosmici differenti                                                       Durata di fenomeni planetari

    Nel paragrafo precedente si è fatto cenno al numero di Adam, il 45. Secondo l’interpretazione cabalistica questo numero risulta formato dalla somma dei valori ghematrici delle tre lettere A, D, M, rispettivamente corrispondenti al numero 1, al numero 4 e al numero 40. La tradizione rabbinica non ne dà tuttavia un significato esatto ma lascia agli esperti, cabalisti e non, il compito di formulare ipotesi verosimili. Ad oggi non mi risulta che la ridda di congetture espresse abbia lasciato un solco netto o una spiegazione che, in virtù di un procedimento razionale, sia stato in grado di elevare un’ipotesi al nobile rango di tesi. Per i non-esperti l’unico criterio in grado di venire a capo della faccenda rimane dunque quello dell’autorità.  Il principio di autorità, sfortunatamente, non ha per noi  alcun valore, ed allora, per pervenire a risposte attendibili, ho stabilito di applicare il metodo utilizzato in precedenza. Per far ciò è stato sufficiente interpretare i numeri come misure di valori angolari facendo riferimento ai tre sistemi cosmici a noi più familiari: la rotazione della terra intorno al sole, il movimento ‘a trottola’ dell’asse terrestre che determina il ciclo precessionale e il ciclo delle lunazioni. In virtù di quanto scritto poc’anzi, si è visto che un grado ( 1/360 ° di angolo giro) nel ciclo lunare, in quello precessionale e in quello terrestre, ricopre archi temporali molto differenti. Un grado lunare, cioè la trecentosessantesima parte del periodo di lunazione (28 giorni) corrisponde a poco meno di due ore (1,8666..h), mentre nel ciclo precessionale corrisponde pressappoco alla vita di un uomo (più precisamente 71,45833333... anni); nel ciclo terrestre un grado ricopre invece la durata di un giorno se si considera la rotazione del pianeta intorno al sole, ma se ci si riferisce alla rotazione sul proprio asse allora questo grado corrisponde al tempo di 4 minuti (Tab. 01 pag 19 ). Dopo aver applicato questo criterio al tempo dei 3 giorni, per il cristianesimo altamente significativi, ed avendo individuato insospettabili riscontri con periodi altrettanto importanti della tradizione biblica, abbiamo preso in esame i numeri dell’Adam. Anche qui abbiamo riscontrato relazioni di indubbio peso simbolico (Tab. 5).                                                            


I tre numeri di Adam possono perciò essere intesi come una sorta di rapporto in scala riferita al ciclo terrestre, precessionale, e a quello lunare, questa interpretazione ha dato corpo a ulteriori analogie. Abbiamo provato così a verificare quante volte il 4 fosse contenuto nei 280 giorni (valore di media) necessari al compimento di una gravidanza uterina e quante volte fosse contenuto il 40. I rapporti ottenuti sono rispettivamente 70 e 7; se perciò considerassimo tali misure come valori angolari, una volta convertiti in valori temporali del sistema precessionale e lunare, potremmo ottenere due specifici periodi di circa 5000 anni ( 70 x 71,45 anni) nel primo caso e di 13 ore (7 x 1,86 ore solari) nel secondo. Se avessimo invece voluto rapportare il tempo di una gravidanza uterina (280 giorni) direttamente alle misure angolari del ciclo terrestre e lunare avremmo ottenuto ancora quantità altamente rappresentative in prospettiva antropologica e ginecologica: 20.006 anni (280° x 71,45 anni) e 21 giorni (280° x 1,8 h). Ma è sui risultati di 5000 anni e di 13 ore che abbiamo individuato i collegamenti più interessanti. Attraverso una rapida analisi in rete non è stato difficile pervenire alla datazione scientifica del periodo in cui sarebbe avvenuto il Grande Diluvio. Secondo stime geologiche di una certa attendibilità, sembrerebbe proprio che questo cataclisma di portata immane ( probabilmente l’ultimo) fosse avvenuto circa cinquemila anni prima della nascita di Cristo, ovvero 7000 anni fa, secolo più, secolo meno, in seguito ai processi di de-glaciazione e dell’inondazione della depressione tettonica in cui oggi è situato il Mar Nero. Gli autori biblici, attingendo dal patrimonio della tradizione profetica, avrebbero quindi potuto indicare questo periodo, quello cioè di cinquemila anni dopo la catastrofe, come significativo per l’umanità. Ciò che volevano dirci rimane però appannaggio di congetture sostenute da un corpo indiziale piuttosto debole.                                           

      Fra questo nutrito corpo indiziale volto a confermare le misure temporali scaturite dai calcoli precedentemente esposti, inserirei anche le datazioni riportate nella versione greca, la Bibbia dei LXX (Septuaginta), che fa risalire la data della creazione dell’umanità il, I° Annus Mundi, al 5500 a.C. Una volta sottratto a questo periodo il tempo impiegato dalle dieci generazioni dei discendenti adamitici prediluviani, più la durata del diluvio universale, si ricaverà una misura estremamente vicina a quella da noi ipotizzata. Nulla, a questo punto, vieta di pensare che gli ideologi animati dall’intenzione di ‘costruire’ una premessa credibile della venuta di Cristo Gesù , conoscessero bene il significato nascosto dei numeri criptati nei testi biblici. In definitiva, se la datazione geologica trovasse conferma in quei 7000 anni di cui si è detto (5000 + 2000), dovremmo prendere in seria considerazione la prospettiva esegetica messianica come verosimile fonte d’ispirazione dei Testi Sacri e dei suoi contenuti occulti. Dal mio modesto punto di vista questo rimane un dubbio irrisolto a meno che non si voglia considerare questo arco temporale nel suo significato simbolico di gravidanza uterina. Ci viene incontro, in questo caso, il risultato angolare riferito al ciclo della lunazione. Più convincente è parso invece il risultato di 13 ore, ricavato dal valore angolare rapportato alla durata dell’intero ciclo lunare. In quest’ottica appare assai significativa l’associazione con il tempo di transito della luna piena nel cielo di Jerusalem durante il solstizio d’inverno. Come tutti sanno, infatti, la luna piena è nelle culture arcaiche una fase molto importante legata alla gravidanza uterina.

Ancora una volta abbiamo cercato queste verifiche con l’aiuto del programma di calcolo delle fasi lunari del sito EuroMeteo* che ci ha permesso di stimare con buona approssimazione la durata della luna piena nel cielo di Jerusalem durante il solstizio d’inverno dall’anno 1980 al 1995. Il risultati sono stati questa volta estremamente precisi, ne riporto il quadro completo nello schema illustrato in Tabella 6 .

* http://www.eurometeo.com/italian/home

Entrambi i casi fin qui presi in esame possono pertanto esser visti come rappresentazioni della durata di due cicli di ‘gravidanza’, uno cosmico, l’altro generazionale, uno riferito alla ‘gravidanza’ lunare e al fenomeno simbolico della nuova lunazione e l’altro alle generazioni adamitiche che in Noè hanno trovato la sintesi genetica (?) della specie (Alcuni spregiudicati analisti oggi sostengono esser stata ottenuta per ibridazione). Secondo questa interpretazione, volendo spaziare nel simbolismo, l’elemento fluido, l’acqua, avrebbe voluto rappresentare (per gli autori dei testi) il liquido seminale con cui è stata ingravidata la terra, immenso utero cosmico e Noè col suo prezioso patrimonio genetico, il seme stesso della Vita. In tal caso, ovvero se le nostre non fossero soltanto frutto di fantasiose speculazioni, noi tutti, umanità del terzo millennio, dovremmo ritenerci eredi di una vecchia stirpe, destinata all’estinzione. Ma questa soluzione rimane per ora, soltanto un buon fertilizzante a disposizione della ricca immaginazione di una certa categoria di fortunati e vendutissimi autori.










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