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In questa seconda parte del nostro saggio cercheremo di addentrarci in maniera più decisa nell’intimo dei calcoli che ci hanno consentito di individuare il significato astronomico di alcune cifre ricorrenti, o i loro rapporti, affinché, attraverso il linguaggio di una matematica intuitiva e per nulla complicata (Come quella, d’altronde, che era appannaggio di popolazioni vissute molti secoli fa.), si potesse giungere alla comprensione di alcuni fenomeni, oltre che alla scoperta di misure di particolari ed importanti moti planetari quali: la rotazione della terra intorno al proprio asse, la durata delle ore di luce o di buio, le rotazioni della luna intorno alla terra, le sue eclissi totali o parziali. Non si tratta allora di spaziare con l’immaginazione nelle dinamiche più remote di cataclismi planetari avvenuti milioni, se non miliardi di anni fa (alludo nello specifico alle teorie sull’Enuma Elish e all’ interpretazione che è stata fatta da scrittori come Zecaria Sitchin, delle sue antiche e preziose tavolette), ma di indagare con un metodo efficace i movimenti delle stelle.
Ricorrendo alla congettura fine a sé, priva cioè di adeguate verifiche, i traduttori letterali
come Sitchin, hanno finito per farsi guidare della fantasia più
sfrenata, anziché dal rigore della scienza che, nella sua professione di
traduttore, non deve aver frequentato poi tanto. Le nostre indagini in
definitiva non fanno che confermare quanto e come, civiltà molto antiche si
occupassero più che altro del nostro sistema solare, in virtù di quanto
avessero potuto osservare negli ultimi cinque, seimila, o persino ventimila
anni.
Partiamo
perciò dalle relazioni numeriche (E dunque astronomiche) incontrate già nei
primi capitoli della Genesi. Siamo nell’ordine di quei reperti facenti parte
del Pentateuco e ritenuti dagli esperti (Non da noi!) fra i più antichi della
tradizione rabbinica. I ricercatori più ortodossi hanno attribuito questi primi
documenti al periodo mosaico, e possiamo giurare che essi abbiano presentato
validi argomenti a sostegno delle loro tesi, benché, da parte nostra, non
riteniamo di possedere gli strumenti adatti per suffragare eventuali
confutazioni.
Nei
successivi libri del vasto corpo biblico, fra quelli accettati dal
cattolicesimo, solo alcuni salmi (Fra i quali il Salmo 90,) possono vantare origini
lontane. Il Salmo 90, infatti, riporta un caso emblematico nel quale, dopo
aver sviluppato i termini dell’equazione criptata nel testo, siamo giunti ad
individuare (nella misura di ore solari) una precisa cifra corrispondente alla
durata del grado precessionale. Stiamo parlando della stessa, identica cifra
rilevata anche nel Libro dei Numeri (Che in Genesi diventa 71.4583333 anni
solari). Si tratta dunque di ben due casi, in Salmo 90 e Numeri, in cui vengono
nascoste nel testo identiche cifre che sembrano suggerire non vi sia modo alcuno di appellarsi alla
casualità del dato trascritto da redattori sapienti. Coloro che, nel nome di
una improponibile casualità, cercano di screditare il significato da noi
attribuito a quel preciso numero, rischiano di fare dunque, una meschina
figura! Non meno meschina di quella fatta fare da Charles Snow ai
superbi letterati dei suoi tempi. Per quelli che preferiscono ancor oggi dar
peso alle supposizioni dei dotti, piuttosto che alla verifica del metodo, le
nostre soluzioni possono esser viste come speculazioni opportunistiche, in
virtù delle quali, qualunque cifra avessimo individuato, sarebbe risultata
utile in una rappresentazione cosmica, visto che tante e varie sono le
misurazioni di spazi o tempi che si possono ricondurre alla rappresentazione di
un moto planetario.
Rifiutiamo decisamente questa scontata insinuazione di opportunismo
intellettuale, anzitutto per la ricorrenza di certi dati, e poi per la
precisione assoluta dei numeri (Non stiamo parlando di misure vagamente simili
fra loro, ma di cifre perfettamente sovrapponibili a quelle rilevate
attualmente con l’utilizzo dei migliori strumenti messi a disposizione dalla
tecnologia moderna). Nel caso del grado precessionale (Che è la
trecentosessantesima parte del ciclo della precessione degli equinozi), vorrei
ripetere ancora una volta che, secondo le nostre analisi, è stato rinvenuto
pressoché identico in almeno due libri della Bibbia. Appare dunque, a nostro
modesto avviso, di grande rilevanza la possibilità di un inserimento volontario
da parte dei redattori biblici e di un calcolo necessario alla quantificazione
di quei tempi che riguardano, in sostanza, la velocità del lento movimento di
rotazione giroscopica dell’asse terrestre. Ed allora, il suggerimento che
sentiamo di dover passare ai nostri detrattori, è quello di valutare bene,
prima di giudicare negativamente gli altri casi da noi segnalati, nei quali la
presenza di una specifica cifra appare un’evidenza, non un’eccezione fortuita.
Anticipiamo, a beneficio degli interessati, che i casi appena menzionati col
loro corredo di analisi, saranno descritti meglio nei prossimi passaggi di
questo lavoro.
Dopo aver analizzato in Genesi, la relazione fra la sommatoria delle età dei patriarchi antidiluviani e il numero 120 individuato nei pressi dello stesso capitolo, proveremo a sviluppare il calcolo che ci ha consentito di svelare una rilevazione molto simile, anche nel Libro dei Numeri; in questo testo vi sono rapporti che appaiono a primo acchito come semplici elenchi di persone, nella forma di censimenti della popolazione ebraica. Il Libro dei Numeri, quindi, mette insieme una serie di registri che riportano precisi conteggi di persone che non sarebbero da intendersi, in realtà, soltanto come esseri umani. Abbiamo così affrontato una serie di calcoli partendo dalla possibilità che tali cifre indicassero quantità temporali ben definite, nella fattispecie ore solari.
Così come abbiamo fatto in precedenza per il Libro di Daniele, che peraltro
ha riscosso un discreto numero di contatti da diverse parti del mondo (In
particolare, siamo stati seguiti dagli Stati Uniti, Dalla Russia e dalla
Francia, poi, in misura nettamente minore, anche dai Paesi Bassi dalla
Germania, dall’Ucraina, et al.), anche per il Libro dei Numeri, data l’alta
significatività delle cifre in esso riposte, abbiamo fatto in modo di
suddividere il materiale raccolto in due diversi paragrafi.
L’auspicio è quello di raccogliere quanti più lettori possibile, è quello di
stimolare riflessioni e considerazioni che ci consentano di affinare delle tesi
già abbastanza robuste, se non altro per l’importanza delle correlazioni
individuate. Se poi, dato il rientro dalla pausa estiva, queste nostre attese
si riveleranno corrette, se con questi nuovi articoli riusciremo a migliorare
quanto proposto con i post sulla profezia di Daniele, e sbalzare questi dalla graduatoria dei post
più consultati, potremmo dirci pienamente appagati per l’impegno intrapreso. Ringraziamo in anticipo coloro che
troveranno il tempo e la voglia di seguirci fino in fondo.
Il
Libro dei Numeri
La sorprendente corrispondenza ottenuta
dalla relazione fra la somma
dell’età dei patriarchi e la cifra 120, riportata in Genesi 6: 3-4,
dovrebbe bastare a convincere gli scettici più scettici, tuttavia se esistesse
ancora qualcuno in grado di sollevare dubbi, nel nome di un non meglio
precisato principio di casualità (per nascondere una più verosimile incapacità
di analisi), mi piacerebbe sottoporgli altre curiose corrispondenze da inserire
nel computo dei dati messi a nostra disposizione dagli sconosciuti, e soprattutto
competenti, autori biblici.
Per
l’occasione ho voluto rivisitare alcuni passi del Libro dei Numeri, nella
stesura del quale non è stato difficile notare l’adozione di un chiaro modello
codificato di tipo alfanumerico dal momento che tutto il testo è
contraddistinto dalla presenza di numerose cifre.
Nelle
versioni più conosciute, il Libro dei Numeri comincia col censimento del popolo
d’Israele. Nell’opera compaiono altri censimenti ed anzi ne occupano un
vasto spazio, ma ciò non sembra aver convinto
nessuno a prodigarsi nell’impegno di comprendere il motivo di tanta attenzione
per questi puntigliosi registri demografici. Ufficialmente, nelle righe di
prefazione, i traduttori anticipano che, in sostanza, l’intero corpo di scritti
è composto da un insieme eterogeneo di leggi e narrazioni, spesso vivaci e –
così mi è capitato di leggere – ‘…intense anche sotto il profilo teologico’. Il
Sinai è lo sfondo naturale che appare costantemente nei primi dieci capitoli :
esso è lo spartiacque che divide i due grandi versanti dell’itinerario nel
deserto verso la terra della libertà: dalla schiavitù d’Egitto all’intimità con
Dio al Sinai, dal Sinai all’orizzonte tanto atteso della terra promessa. I
traduttori si soffermano molto su aggettivi e descrizioni evocative, quasi a
voler sottolineare il carattere spirituale che impregna l’intero racconto; si
offre al lettore la rappresentazione di un momento molto importante perché
carico di attesa per la vigilia dell’ultima partenza prima dell’arrivo sulle
sponde del fiume Giordano, tappa finale del viaggio. Il libro disegna la marcia
con una sequenza di scene legate alle località attraversate e mescola
narrazioni suggestive con norme legislative e registri dal sapore più freddo,
meno coinvolgente. L’ultimo quarto del libro è ambientato nelle steppe del
Moab, dove il popolo in marcia incontra gli ultimi inconvenienti della lunga
peregrinazione. Anche qui, i traduttori pongono in risalto come gli ostacoli
siano soprattutto interiori, come lo è la tentazione verso i culti della
fertilità dei Madianiti che tuttavia non dovrà contaminare la purezza del
‘popolo di Dio’. Questo sembra essere un tema molto importante per il
redattore, che segna già nei primi paragrafi una serie di peccati da espiarsi
con una puntuale oblazione all’indirizzo del Signore Dio del popolo d’Israele.
Insomma, nonostante il vasto materiale letterario, sembra proprio che la questione dei numeri e delle cifre, a sentire il parere dei teologi, non abbia alcun significato, non riguardi nulla che valga la pena di esser ricordato o indagato più a fondo. Stramberie di questi ebrei fissati con la precisione delle carte, si dirà nei tempi a venire. Non per noi! Tanto per riprendere il testo dall’angolazione che più ci compete, ho subito riportato nella Tabella 2 A le cifre esatte della quantità di individui appartenuti alle dodici tribù di Israele; tali elenchi si potranno trovare, senza modifiche di sorta, in una qualunque versione della Bibbia masoretica, un volume praticamente immancabile nella libreria di ogni tipica famiglia europea.
Tab 2 A
________________________________________________________________
Orientamento nome
Uomini da 20 anni in su 1°
cens. 2° cens.
e ordine di tribù 1° cens 2° cens
marcia
------------------------------------------------------------------------------------------------
Sud Ruben Elisur 46500 43730
II linea
Simeone 59300 22200 151450 106430
Gad 45650 40500
________________________________________________
Est Giuda Nacason 64600 76500
I linea
Issacar 54400 64300 186400 201300
Zabulon 57400 60500
__________________________________________________
Ovest Efraim Elisama 40500 32500
III linea Manasse 32200 52700 108100 130800
Beniamino 35400 45600
__________________________________________________
Nord Dan Achiezer 62700 64400
IV linea Aser 41500 53400 157600 163200
Neftali 53400 45400
Nelle
colonne a destra della tabella abbiamo trascritto le sommatorie corrispondenti
al primo e al secondo censimento, nelle quali è annoverata la quantità
complessiva degli (uomini) israeliti. Nel capitolo in cui si parla della
disposizione delle tribù nell’accampamento israelita, non deve passare in
secondo piano la descrizione dell’ordine di marcia imposto alle tribù da
Yahweh. All’inizio, proprio nella prima linea,
viene menzionata la tribù di Giuda. Questa compagnia, formata in totale
da 186400 individui, si accamperà a oriente e sarà la prima a muoversi. La
seconda tribù citata sarà quella di Ruben, nella seconda linea, una compagnia
di ben 151450 individui che si accamperà a Sud e sarà la seconda a muoversi. La
terza tribù, sarà quella di Efraim,
nella terza linea. I censiti di questa tribù saranno 108100, che si
accamperanno a ovest e saranno i terzi a muoversi. L’ultima e quarta tribù sarà
quella di Dan, nella quarta linea di marcia. Questa tribù conta 157600
individui che si accamperanno a nord e saranno i quarti ed ultimi a muoversi.
La descrizione dell’esatta disposizione di marcia orientata sui quattro punti
cardinali, sembra seguire uno schema circolare. Se la prima tribù – Quella di
Giuda - rappresentasse la costellazione che all’equinozio di primavera di
quell’epoca presente nel cielo a Est prima del sorgere del sole, non faremmo
alcuna fatica ad associarla alla casa dell’Ariete. Di conseguenza, potremmo
identificare con la seconda tribù, la costellazione del solstizio estivo
(Capricorno), la terza quella dell’equinozio d’autunno (Bilancia) ed infine, la
quarta, potrebbe rappresentare la casa zodiacale presente nel cielo al
solstizio invernale prima dell’alba (Cancro). Questa disposizione potrebbe
perciò anticipare lo spostamento delle costellazioni in transito da est in senso orario, che ricalcano la traiettoria
ciclica della precessione degli equinozi, secondo una linea assolutamente
invisibile perché troppo lenta per esser percepita dall’occhio e dal cervello
umano. Tuttavia, lo schema della precessione è riproducibile graficamente (vedi
figura successiva del cielo notturno).
Analizziamo ora la ragione per cui il movimento delle case zodiacali non può essere quello, perfettamente visibile, del consueto cielo notturno. L’occhio umano percepisce infatti un movimento graduale delle costellazioni che vanno da est verso ovest ogni notte. Se l’autore del testo avesse voluto far riferimento a questo ciclo quotidiano, e quindi avesse voluto dire che la costellazione dell’Ariete si sposta da est verso ovest, perché mai avrebbe fatto corrispondere la somma finale con la cifra 603550? Crediamo cioè che il senso di marcia indicato dal testo possa essere quello della precessione perché, in caso contrario, non avrebbe alcun senso che la somma delle quattro rilevazioni fornisse il tempo della durata esatta del grado precessionale, che come detto è stato inizialmente calcolato in 70 anni, corretto successivamente col più preciso 71,5 anni..
Direzione precessionale del movimento del Capricorno E dell’Ariete : ß
Questo
dato tanto preciso ci permette di capire che l’autore stia raccontando le fasi
di un movimento legato alla precessione, il quale per esser rilevato avrebbe
richiesto (secondo il nostro parere) l’intervento di quattro eruditi della
casta sacerdotale, così da coprire il lasso di tempo necessario a registrare la
traiettoria degli astri in oltre settanta lunghi anni solari. Entro il proprio
periodo di osservazione, ciascun astronomo avrebbe poi suddiviso le quantità
dei tre sottogruppi fornendo, col consueto linguaggio mitico, altre tre misure
da sommarsi in sequenza per ottenere la somma finale. Una dinamica molto simile
è presente anche nel Libro di Daniele, nel quale si parla di un capro che,
letteralmente ‘rompe le corna’ al montone/ Ariete. In termini mitici, come poi
vedremo nell’analisi di quel libro biblico, il capro che muove verso l’Ariete
indica un senso di rotazione preciso: il capro/Capricorno si sovrappone, cioè
occupa il posto che precedentemente era dell’Ariete. Gli rompe le corna, quindi
sostituisce i due cicli precessionali che sono i Pesci e l’Acquario, l’uno più
lungo dell’altro, come specificato nelle righe del testo canonico (Ed anche
questa dismetria racchiude un forte simbolismo cosmico). Dunque, tornando al
Libro dei Numeri, se l’Ariete/Giuda si muove per primo andrà a puntare, dritto
dritto, in direzione del segno zodiacale occupato dalla quarta fila (Il Cancro)
ed a sua volta lascerà libero il posto all’equinozio pimaverile e con lo
sguardo rivolto a est, che verrà occupato dal Capricorno. Le costellazioni si
muovono nel cielo simultaneamente, ma per rispettare la narrazione favolistica
l’autore delinea un senso di marcia sequenziale: per prima si muoverà la tribù
di Giuda, per seconda la tribù di Ruben, e così via...L’ordine definito servirà
più che altro a rendere il racconto verosimile, secondo la natura dei
personaggi.
Nel
primo censimento sono pertanto
risultati, calcolatrice alla mano, 603.550 unità, come sommatoria
complessiva dei vari tempi indicati nel
primo censimento. Prima di soffermarci sul significato di questa cifra, occorre
specificare che, evidentemente, nel rispetto del ragionamento intrapreso, le
diverse quantità di individui (probabili misure temporali) sono calcolate in
successione, a partire dalla prima Giuda/Ariete. Se dunque, le 186400 unità
rappresentassero - in senso temporale - ore solari anziché uomini, esse
indicherebbero 7766,6666 giorni, a loro volta pari a 21,5740 anni. Non sappiamo
il motivo di questa scelta, la ragione cioè per la quale il conteggio si limiti a circa ventuno anni solari. Forse si tratta
del tempo in cui l’osservatore ha potuto rilevare e registrare il suo calcolo,
prima di morire. Forse no! La nostra è solo un’ipotesi! Da quel momento in
avanti, sempre secondo il nostro ragionamento, potrebbe essere entrato in gioco
il suo successore, che nel frattempo aveva pazientemente seguito lo spostamento
nel cielo notturno della seconda costellazione (Capricorno/Ruben). Dato il
carattere di successione con cui si è ottenuta la somma finale, dovremmo
ipotizzare che il lavoro di osservazione e registrazione di questo secondo
sacerdote (?) fosse durato dalla morte del suo predecessore alla sua e, quindi,
come indica il dato biblico, per la bellezza di 151450 ore solari, pari a
6310,4166 giorni, ovverosia 17,5289 anni.
Il lavoro
del secondo sacerdote, alla sua morte, sarebbe quindi stato seguito da un terzo
erudito, che avrebbe calibrato i suoi calcoli sul movimento della costellazione
della Bilancia/Efraim, ovvero la terza in linea di successione, partendo dalla
sua sede, a ovest. Dopo ventuno anni e diciassette anni, questo terzo
sacerdote-astronomo avrebbe proseguito le sue rilevazioni per le successive
108100 ore, dunque per 4504,1666 giorni corrispondenti a 12,5115 anni solari.
Il quarto astronomo succeduto agli altri tre, avrebbe a sua volta lavorato come
i suoi predecessori per 157500 ore, e quindi – sempre secondo il primo
censimento – per 6566,6666 giorni, che rappresentano la durata di 18,2407 anni.
Se, a questo punto, addizionassimo le sommatorie dei quattro eruditi che si
sono alternati nello studio del firmamento, otterremmo un valore prossimo al
grado precessionale, ovvero 69,8 anni.
Giuda - 186000 ore =
21,5740 anni +
Ruben - 151450 ore =
17,5289 anni +
Efraim - 108100 ore = 12,5115 anni +
Dan - 157600 ore = 18,2407 anni = 69, 8551 anni
Nel secondo censimento, lo stesso ragionamento matematico porterà inequivocabilmente alla somma ( Giuda, Ruben, Efraim, Dan)) di 71, 458 anni e questo dato ci ha fatto concludere che lo scopo del lavoro intrapreso dai quattro membri della (eventuale) casta sacerdotale, potrebbe esser stato quello di rappresentare favolisticamente in quantità di uomini, al posto delle ore, la durata di un grado precessionale. A nostro avviso quelle cifre non possono indicare altro che la durata del grado precessionale, così come lo avevano fino ad allora calcolato gli antichi astronomi israeliti. - continua
Gran bel pezzo! Prevedo grossissime rivelazioni nella seconda parte.
RispondiEliminaMI sa che qui ne vedremo delle belle. Ho apprezzato la raffinata analisi sul libro di Daniele, ma qui sembrano comparire numeri molto più significativi.
RispondiEliminaNon 'rilevazioni' , GBG, ma corrispondenze non fortuite
RispondiEliminaL'articolo è complesso, con molti punti discutibili. Ho visto il blog e mi sembra sia bello ricco di questi argomenti. Però mi sembrate un po' troppo convinti di essere sulla strada giusta
RispondiEliminaAnche rispetto la profezia di Daniele ci sono molti punti controversi da prendere con le pinze
RispondiEliminaL'anonimo ero io, se non si fosse capito. Non vorrei confondermi con altri disturbatori
RispondiElimina@ Ballarè. Punti 'controversi' , parliamone
RispondiEliminaAspetto anch'io la seconda parte, vedremo poi nel dettaglio i dubbi di Ballarè
RispondiEliminaSì, il tuo contributo è prezioso, Ballarè. Sono interessato alla tua analisi sui conti che non tornano
RispondiEliminala mia perplessità: la somma degli anni in totale fa 69, e ciò è anche condivisibile con le sue conclusioni, tuttavia la possibilità dell'alternanza fra dotti astronomi, conseguente alle loro rispettive morti, mi sembra una soluzione del tutto arbitraria. Si potrebbe insomma cercare un altro, e più più plausibile motivo, per giustificare l'avvicendarsi di quei tempi . Però la loro somma è certo voglia riferirsi alla durata del grado precessionale.
RispondiEliminaIn effetti non vedo altre spiegazioni per spiegare quella somma. ma per ciò che conserne il resto, consentitemi qualche legittimo dubbio.
RispondiEliminaD'accordo, anche io ho trovato un po' arrangiata l'idea della successione di astronomi, però mi sono subito chiesto quale altra idea avrebbe potuto dare una spiegazione per quei numeri la cui somma, e solo quella, risultava in fin dei conti, evidente (come riferimento ai settant'anni del grado precessionale). Ebbene, non ho saputo trovare vie alternative percorribili. E ancora ci penso senza trovare risposte. Lei, Ballarè, così abile nella critica, ha invece trovato un'alternativa valida a quella proposta in questo articolo? Ci faccia sapere
RispondiEliminaCaro GBG, noto il tono polemico della suo commento al quale, in questi termini, non mi sento di rispondere. Non è che se non trovo spiegazioni di un fenomeno mi devo sorbire senza batter ciglio qualsiasi sciocchezza. Non sono convinto e lo dico! Senza , per ora , proporre soluzioni alternative. E allora? Quando succederà sarà il primo a saperle, caro GiBG
RispondiEliminaQuindi, riassumendo: i punti controversi del signor ballarè son già diventati 'sciocchezze'.
RispondiEliminaParli a suo titolo caro signor ospite e non cominci con coniare etichette per imbellettare opinioni puramente e incondivisilmente personali. Le sciocchezze le dice lei, tanto per cominciare. Questo Blade, non glielo scriverà mai. A titolo personale, glielo dico io però
RispondiEliminaSe è venuto per offendere, ha trovato pane per i suoi denti
RispondiEliminaMolto convincente. Quando prevedete di pubblicare il secondo contributo del libro dei Numeri?
RispondiEliminaStiamo rimettendolo a posto. Una quindicina di giorni, al massimo.
RispondiEliminaDopo il quale, proporremo immediatamente una lavoro sull'Apocalisse di Giovanni. Non pubblicheremo però un resoconto finale delle nostre analisi, bensì un lavoro in tempo reale che si realizzerà attraverso il contributo dei lettori . Non vi è dunque in questo impegno nulla di già comprovato, o nulla di definitivo. Vaglieremo in tempo reale le proposte che ci giungeranno direttamente dei lettori e frequentaori del blog. L'auspicio è quello di giungere a correlazioni dimostrate e dimostrabili, a prova di detrattore. Vedremo a conti fatti, cosa salterà fuori. Approfitto per ingraziare i nostri attenti lettori russi e francesi per l'interesse costante mostrato fino ad ora. E naturalmente un ringraziamento anche a tutti gli altri, con l'invito a una maggior partecipazione al dibattito, su questo commentario.
RispondiElimina. Vi seguo da un anno con immutato interesse. Sono molto attratto dal prossimo argomento, l'Apocalisse, che sono sicuro svilupperete con la dovuta puntigliosità, anche se non è semplice capire sempre ogni passaggio. Però mi sto attrezzando.
RispondiEliminaeffettivamente, a leggere bene, quel 69.8 anni, suggerisce la durata del ciclo precessionale. Ma come mai dopo le precedenti misurazioni ritrovate nella Genesi, si torna a un dato, significativo sì, ma assai meno preciso? Andando avanti nel testo biblico non si dovrebbero riscontrare misurazioni più precise?
RispondiEliminao forse gli altri articoli riportano ulteriori misurazioni? In attesa di leggerli, mi domando se nei
RispondiEliminaprossimi lavori pervenite ad altri risultati che, magari, collimano con riscontri ancora più precisi.
Ho provato ad analizzare il libro dei Numwri che pullula di cifre. Ho provato a svolgere qualche calcolo senza però giungere a buoni risultati. Aspetto allora di vedere i vostri e cosa ci proponete questa volta. Sono fiducioso, perché più di una volta sono stato stupito dalle soluzioni da voi rilevate. Condivido sul fatto che tali riscontri non si possono sindacare, qualora i risultati collimano con le misure nette del ciclo precessionale, e non ho mai letto altrove nulla di simile ai vostri ragionamenti, perciò aspetto con grande interesse.
RispondiEliminaAnche se passo per disturbatore, mi associo alla speranzosa attesa. Devo dire però che, per adesso, non ho visto grandi intuizioni. Fin qui ci arrivavo anch'io
RispondiEliminaGrazie per l'attenzione, gentili lettori.
RispondiEliminasono contento di vedere il gent. Signor @Ballarè cimentarsi nel duro impegno matematico. Autenticamente commosso dalla sua partecipazione e buona volontà ,mi sento di fornirgli un aiutino: se leggete bene il capitolo relativo al computo dei Leviti requisiti da Yahweh, vi troverete un banale quanto celebre errore. Risolvete in modo corretto l'addizione e vi troverete davanti un numero inequivocabile, il 71, 458. Alla fine il libro dei Numeri riserverà la più grossa delle sorprese! E così, credo di aver degnamente risposto anche alle chiose di Tommy
RispondiEliminaE' insomma di una cifra estremamente rappresentativa (contrariamente a quanto sembra) che stanno parlando i redattori biblici, ovvero di un grado ogni 71,45 anni. E ciò conferma quanto, in pratica, hanno osservato valenti studiosi archeoastronomi (E.Bianchi, M. Codebò - Archeoastronomia Ligustica - Genova.) rispetto all'errore di Ipparco (Sempre che , quanto riportato nell'Almagesto di Tolomeo I, fosse coerente con gli studi dell'astronomo di Nicea) rispetto al valore della velocità di rotazione dell'asse terrestre in relazione alla precessione, velocità da lui, grossolanamente e approssimativamente stimata nella misura di un grado ogni cento anni solari.
RispondiEliminaE dringhete! A'ridaje! Tutti geni qui! E mo' ne sapete pure più di Ipparco. Da queste parti siete sempre modesti e umili, eh?
RispondiEliminaIpparco non ne sapeva una cippa di archeoastronomia. Proprio come te anonimo dei miei stivali. Ma firmati per quello che sei, Ballarè
RispondiEliminaMI firmo come mi pare: anonimo; proprio come siete voi tutti in campo scientifico
Eliminaanonimi, per l'appunto.
RispondiEliminaNon sono l'Anonimo. Io sono solo Ballaré. Però apprezzo la schiettezza di Anonimo.
RispondiEliminaE' vero ! L'errore di 300 uomini nel conteggio del Leviti di questo libro della Bibbia, è un caso famoso, preso in esame da molti studiosi. Le ipotesi che ho letto, comunque, non convincono minimamente. Qui si fa un tipo di analisi totalmente diversa di grande spessore matematico rispetto a quelle tediose chiacchiere fra dotte personalità.
RispondiEliminaChe bailamme. Era da un po' che non si accendevano mischie del genere. Faccio solo notare che alla fine il mondo accademico si è pronunciato. I conteggi non sono affidabili. Non hanno pertanto valore storico. Sarebbe interessante proporre loro queste analisi.
RispondiEliminaun film già visto : quando non ci arrivano , secondo loro, trattasi di tipico pastrocchio di autori fantasiosi e incompetenti. La tesi del pregevole Odifreddi, se non vado errando.
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