martedì 16 gennaio 2024

Lezione sulla meccanica aristotelica (Prima parte)

 Operazione di manipolazione culturale. The beginning (L' inizio)

     In questo post abbiamo provato a esporre nell maniera più fedele possibile, il punto di vista del Professor Giorgio Israel, autore di un certo prestigio, al quale in questi caldi giorni estivi abbiamo dedicato alcuni contributi di indubbio interesse. Giorgio Israel si è rivelato un fine e attento osservatore delle questioni che riguardano, e hanno riguardato negli ultimi decenni, la contraffazione della cultura scientifica. Nelle precedenti pagine di questo blog, abbiamo visto che l' argomento è stato indagato con una certa profondità anche dal direttore del periodico Le Scienze, Enrico Bellone, che al controverso tema ha dedicato un libro:  La Scienza negata. Entrambi sembrano voler sostenere che, se si è riusciti a realizzare quest' opera ciclopica di disinformazione e manipolazione a discapito della scienza, è possibile metter mano e rivisitare ideologicamente  tutto. A mio avviso ci sarebbe da analizzare,  nel suo decorso storico, anche la graduale affermazione e  imposizione di un'etica cosiddetta dell'interpretazione. Il  che significa rivisitare con occhio critico e da un preciso periodo in poi, anche il significato di certe filosofie considerate l'anticamera del criterio interpretativo che oggigiorno va per la maggiore, e da questo, una volta consolidata nella coscienza popolare, l'idea che non esistano punti fissi, o riferimenti etici a valori assoluti, la cultura possa svoltare verso principi illegittimi, non tanto di 'libertà di pensiero' , ma di uguale valenza e dignità (relativismo) per  qualunque opinione,  a prescindere da chi e da come, queste opinioni vengono espresse. Il concetto appare fumoso e addirittura pericoloso quando prescinde da ogni controllo e dal rispetto di opportuni paradigmi riguardo il modo di indagare il mondo che ci circonda, ovvero quando si ignorano i principi della matematica. Tutto sembrerebbe allora 'interpretabile, come scrive Umberto Eco nel su 'Pendolo di Foucault': " Tutto è interpretabile, anche le pagine dell'elenco telefonico". Se, dunque, non si operano i dovuti distinguo e se già l'educazione scolastica non definisce  il criterio discriminativo e , in definitiva, non promuove lo studio della matematica da cui dipende la modalità di indagine della natura e della realtà, qualsiasi argomento può essere girato e rigirato come un calzino, ed allora conviene stare sempre all'erta e cominciare a capire come si possa intervenire in maniera tanto invasiva su prodotti editoriali quali riviste, libri, scritti di vario genere e materiale letterario per la formazione scolastica e su altre opere che contribuiscono a formare la cultura contemporanea.   Professor Israel ci aiuta a comprendere quando e dove può esser cominciata  questa massiccia operazione ordita contro la cultura scientifica. 'Ordita' può essere forse  un termine eccessivo, magari le cose stanno cominciando a girare in un certo modo da qualche tempo senza che vi sia, a monte, una regia, una conventicola complottista che minaccia le sorti del mondo. Può darsi che travisare non sia bene, però, è fuor di dubbio che le responsabilità  sollevate da Giorgio Israel esistano, come esiste  - ed è sotto gli occhi di tutti -  il progressivo degrado dell' insegnamento scolastico, specialmente per quanto concerne discipline come la matematica. Il professor Israel si fa, in questo contesto, critico sagace,  la cui buona fede non può di certo essere messa in discussione , ma per addentrarci nelle sue  disamine occorre aver la pazienza di seguire alcuni ragionamenti. Di sicuro, il generoso impegno profuso, deve avergli portato più grattacapi che profitti, eppure ciò non sembra aver  turbato  minimamente le intenzioni  di questo valente Autore e storico della Scienza. Almeno fino al momento della sua dipartita. Ora toccherà a qualcun altro farsi carico dei suoi moniti.

Qui il video integrale del Prof. Giorgio Israel sulla meccanica aristotelica. Mi scuso con i lettori per la non perfetta linearità dei concetti espressi e per la limitata elaborazione della forma finale del post che abbiamo voluto mantenere il più possibile fedele al linguaggio originale del relatore.  

                                            La meccanica aristotelica

"  Una cattiva divulgazione scientifica ci ha fatto credere che la meccanica aristotelica (Scienza che studia il moto dei corpi) partisse da ipotesi astratte e metafisiche, anziché da fatti concreti e ciò ci ha fatto ritenere che essa fosse in piena contrapposizione alla scienza moderna, ritenuta comunemente una materia che si occupa dei fatti reali. Siamo sicuri che le cose siano proprio così?
Cercheremo di dimostrare - dice Israel - che ciò non sia affatto vero e dunque che sia la scienza moderna invece, a basarsi su ipotesi astratte. Da Galileo in avanti la scienza è sempre partita da ipotesi matematiche, quindi astratte, e da queste ha poi realizzato le sue verifiche sperimentali, tuttavia la pratica sperimentale è cosa ben diversa dall'osservazione empirica dei fenomeni. Non si discutono i successi acquisiti dalla scienza moderna dunque, ma bisogna rilevare i termini di un paradosso evidente: da ipotesi astratte si è giunti a progressi tecnici e tecnologici, fondamento di quel mutamento così radicale del mondo. Ciò è assodato! La meccanica aristotelica, però, si fondava su altri metodi, anzitutto partiva dall'osservazione e da questa  giungeva all' ipotesi di carattere metafisico; nonostante ciò (e nonostante alcuni fraintendimenti conseguenti a questo metodo) l'impostazione aristotelica ha retto e dominato il mondo scientifico per quasi duemila anni, a ben vedere molto più di quanto nono abbia fatto la scienza cosiddetta moderna nelle sue varie declinazioni, classica, relativistica, quantistica. Nel medioevo sono quindi state proposte varie interpretazioni della meccanica aristotelica, tutte piuttosto distanti da quella originale. La meccanica di Aristotele è essenzialmente una meccanica fondata sull'empirismo e si differenzia da altre correnti del pensiero greco, soprattutto su tre aspetti: in primo luogo si oppone radicalmente alla concezione platonistica delle forme ideali , infatti Aristotele asserisce che l'oggetto della Conoscenza è dato dalle cose che percepiamo coi sensi e pertanto la Conoscenza ha un fondamento di carattere empirico. In secondo luogo Aristotele si oppone agli atomisti (Democrito, Leucippo, Epicuro), egli infatti non ricerca una soluzione di carattere quantitativo come estensione spaziale dell'atomo, forma geometrica, dimensione, disposizione; al contrario egli parla di uno studio della fisica basato sull'osservazione delle qualità di tipo differente. In terzo luogo Aristotele si contrappone a Parmenide per il quale l'essere è immutabile. All'opposto,  per Aristotele l'essere , in quanto parte del mondo sub-lunare, è mutabile in tutto e per tutto. Occorre dire a questo proposito che per Aristotele l' universo è diviso in due dalla sfera lunare, sotto la quale tutto è caotico, quindi soggetto a cambiamento, mentre ciò che fa parte del mondo sopra-lunare '  è (appare) ordinato, praticamente perfetto e ogni movimento è ciclicamente calibrato. L' uomo pertanto è imperfetto e, come tutti gli elementi della terra, in continuo mutamento, prima nasce, scresce, si riproduce e poi muore; quindi nel mondo sub-lunare tutto si muove, tutto è soggetto a trasformazione e, di conseguenza, a corruzione.
 Entro l' ottica aristotelica allora il concetto di moto non implica lo spostamento di un corpo nello spazio con le sue coordinate, la traiettoria, una sua velocità più o meno accelerata , bensì la trasformazione del suo aspetto ."

Giorgio Israel ci riporta alcuni passi tratti dal libro di T. Kuhn, Rivoluzione scientifica

Thomas Kuhn  

    La divulgazione  che si è fatta  fino ad oggi della meccanica aristotelica, ci ha fornito un'immagine distorta e poco coerente coi significati del grande filosofo di Stagira. Di questa opinione è Thomas Kuhn, filosofo e storico della scienza. Nel suo libro 'Rivoluzione scientifica' (Il Mulino Ed.) così scrive nell'estate del 1947: " Lessi per la prima volta alcuni lavori del trattato di fisica aristotelica dopo aver conseguito la laurea in Fisica, mentre preparavo una lezione per studenti di discipline non-scientifiche.  Affrontai questi testi partendo dalle mie competenze universitarie sulla meccanica newtoniana  perché allora cercavo di stabilire quanto fosse rimasto nella meccanica newtoniana del pensiero di Aristotele, ovvero quanto dei suoi scritti avesse condizionato gli studi di Galileo prima e di Isaac Newton più tardi. Ben presto mi resi conto che tutto ciò che aveva lasciato Aristotele fosse in qualche modo andato in disuso, decaduto al punto da farlo sembrare completamente all' oscuro di nozioni classiche di meccanica, cioè di meccanica moderna.  Tutto insomma sembrava ancora da scoprire nel '500. "Mentre leggevo Aristotele" - Prosegue Kuhn - " mi pareva, non soltanto che fosse ignorante in matematica, ma che lo fosse anche in fisica. Alla luce delle mie competenze, che erano quelle di un fisico moderno, gli scritti di Aristotele per quanto riguardava lo studio del movimento e dunque della dinamica, mi erano sembrati pieni zeppi di errori madornali ,sia dal punto di vista empirico che logico (7: 02).  Eppure, Aristotele era colui che aveva sistematizzato la logica antica e l'aveva saputo fare con grande scrupolo; rispetto la logica egli aveva avuto la stessa importanza di Euclide nella geometria, aveva saputo dimostrare di essere un attento e fine osservatore della natura e si era distinto  anche riguardo i moti degli astri e dei pianeti. Allora le cose erano due: o aveva goduto di fama immeritata, oppure ero io ad aver preso un granchio coi miei duri giudizi verso il suo operato. Non mi spiegavo come le sue intuizioni avessero potuto reggere per quasi duemila anni dopo la sua morte. Senza contare che nel'500 e nel '600, i suoi trattati descrittivi furono presi a modello  contribuirono a formare la tradizione biologica moderna. (7 : 37 ) Non riuscivo a spiegarmi come mai, proprio in fatto di meccanica, egli avesse potuto toppare così clamorosamente. E se, proprio in questa disciplina, le sue doti gli erano venute meno , come mai i suoi testi di Fisica furono un riferimento assoluto per tanti secoli? Queste domande mi sconcertavano - Ammette Thomas Kuhn -  infatti non sembrava davvero possibile che il suo genio indiscusso avesse travisato tante questioni scientifiche. "

   Kuhn cominciò a pensare di essere lui in errore, piuttosto che il grande filosofo greco. Forse le sue parole  i suoi giudizi avevano avuto per i suoi contemporanei un significato diverso rispetto ad oggi, rispetto ai significati che diamo noi, uomini moderni, a concetti di duemila anni fa.  (8: 20). Animato da questo sospetto, Kuhn continuò a interrogarsi e alla fine, i suoi presentimenti si dimostrarono fondati. Ecco come esprime i suoi dubbi :
" Ero seduto alla scrivania col libro (La Fisica) di Aristotele aperto davanti ai miei occhi, e in mano una matita pronta all'uso. Ad un tratto i frammenti letti in precedenza si riordinarono in modo nuovo nella mia mente e si ricomposero insieme cosicché di colpo vidi il genio e la grandezza del filosofo di Stagira, vidi quanto era stato brillante e compresi che i risultati da lui ottenuti, per il tempo erano stati davvero eccellenti, di un livello difficilmente superabile. Potevo finalmente capire quanto fosse stata grande in passato la sua autorevolezza. Affermazioni che prima, mi erano sembrate completamente sbagliate, adesso, nel peggiore dei casi, mi parevano tentativi estremamente accorti che avevano di poco mancato il bersaglio, quel scomporsi e ricomporsi dei pezzi del suo trattato, furono per me un' esperienza del tutto nuova e straordinariamente illuminante." 
Così conclude Thomas Kuhn  dandoci modo di riflettere sulle sue parole. 

      Una  volta letti questi passaggi relativi  all'esperienza di Kuhn, cercheremo di entrare nel merito della meccanica aristotelica cercando di capire quali sono le caratteristiche che ne fanno pensiero organico, anche se il suo obbiettivo è sempre stato diverso da quello della meccanica classica che si afferma nella cultura occidentale, prima con Galileo e poi con Newton, e si propone essenzialmente di  ungere con sufficiente precisione alla previsione dei fenomeni e agli effetti finali del movimento di un corpo, cioè del suo movimento nello spazio. Aristotele però non dispone di nessuna tecnologia (Cannocchiale, o altro) e non mira a questo fine. Egli ha solo gli occhi per vedere e a questo si limita. Il suo metodo di analisi è dunque, puramente empirico, le ambizioni della nostra scienza, che è la scienza moderna, non sono le sue.  

continua 


 

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