venerdì 2 agosto 2024

Giovanni, fine comunicatore.

 Cominceremo la nostra analisi con una domanda precisa: che ci faceva L'evangelista Giovanni a Patmos? Il mondo cattolico lo presenta come l'Autore del Vangelo omonimo e del libro dell'Apocalisse. Credo che da qui in avanti sia ben considerare  Giovanni come unico Autore dell'Apocalisse, evitando così l'intricato percorso dell'identificazione storica del vero autore del testo sacro; un lavoro per il quale non disponiamo delle necessarie competenze.  Molti indizi fanno pensare che egli fosse davvero un cristiano esiliato in quei luoghi che ad un certo momento decise di scrivere un testo apocalittico di 


 matrice profetica, benché non sappiamo bene, e con certezza, se si trattasse di quel Giovanni che in giovane età aveva condiviso una parte della sua vita col Gesù della tradizione cristiana. Ciò che sembra assodata è l'intenzione di proporre un racconto in veste di sogno o di visione sacra, un racconto colmo di simboli spesso intrecciati con le caratteristiche del dio Apollo, figura assai venerata in quel mondo ai confini orientali dell'impero romano, in cui si andava diffondendo la storia (Anch'essa mitica?) della vita e delle opere in terra di Gesù di Nazareth.  Altro punto che dovremmo tenere bene  in evidenza è la competenza dell'autore dell'Apocalisse in fatto di culti apollinei, culti e rituali ben radicati nelle popolazioni di quelle terre di confine. Sarà bene, dunque, tenere in stretta considerazione questi elementi prima di affrontare un qualunque lavoro di tipo esegetico. Ci aspetteremo dunque di veder riproposti nel corso della narrazione, quei simboli caratteristici della figura sacra di Apollo, attraverso i quali , l'evangelista Giovanni , avrebbe cercato di penetrare le convinzioni delle popolazioni a quel dio devote e, in virtù di esse, introdurre temi escatologici propri della tradizione cristiana. Se dunque le persone comuni si mostravano rispettose del dio degli oracoli, e ovvio che, per far presa sulle loro coscienze, si dovesse presentare a loro un racconto dagli alti contenuti profetici. Giovanni mostra di essere, quindi, un fine comunicatore dei propri tempi. Egli parla in un linguaggio caro al suo pubblico, una platea cioè  che abitava l'Asia minore di duemila anni fa.. 

2 commenti:

  1. Anonimo22:35:00

    Ciao Painnet, visto che qui tutto tace, ti provoco con questa spiegazione del 666: nell’Apocalisse la cifra della bestia è “666”. Nel mondo ebraico e nel mondo greco, si parla di “ghematria”, che vuol dire che ad ogni numero è abbinato un lettera. Il numero uno ha la lettera A, il numero due la lettera B, ecc..… Il numero 666 corrisponde alla cifra “Cesare”, cioè l’imperatore.Quindi il numero 666 significa “il potere”.

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  2. Sì, è vero. Taccio soprattutto perché l'Apocalisse è troppo complicata da risolvere in senso astronomico, benché qualcosuccia, pian pianino, la stiamo trovando. Sì, accetto la tua soluzione. peraltro ben esplicitata nella stessa Apocalisse, talvolta indicando come concetto nascosto il denaro stesso, infatti quel numero sarà posto nella mano destra per (cito testuale): 'comprare e vendere merci". Non amo la qhematria proprio perché traduce i numeri in parole, le quali servono per celare i significati non per fornire correlazioni precise. . Cesare è certamente il potere, ma anche tante altre cose invise al mondo cristiano. Grazie comunque per la tua partecipata attenzione verso il nostro lavoro.

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