Profezia delle settanta settimane
E’ con la profezia delle settanta settimane che l’Autore del Libro di Daniele esalta le sue migliori qualità di sapiente. E qui entriamo dritti dritti nel contesto cifrato dei testi, ovvero nel merito di una serie di numeri che si ripetono con grande frequenza in altri libri della tradizione giudaica, e non solo.
" L’accumulo di parole e testi non significa distanziarsi dalla
Verità ma dipanarla, aggiungere significato, arricchirla.
Le fonti originarie servono allora come punto di partenza
per una ri-narrazione. Ma proprio questa ri-narrazione deve
esser vista come un atto di fedeltà ai modi della tradizione ,
un’operazione quasi filologica di innesto in una trasmissione
testuale in continuo divenire "
Elena Loewenthal
Vorrei cominciare quest’ultimo capitolo - il decimo oramai, sui contenuti cifrati della/e profezia/e di Daniele – sollecitando l’interesse dei più su alcune riflessioni di Elena Loewenthal rispetto all’uso che la tradizione ebraica ha fatto del materiale raccolto intorno ai testi sacri; tale considerevole bagaglio narrativo non è sempre approdato alla versione ufficiale della Bibbia ebraica, è invece spesso stato rielaborato in chiave apocrifa rimanendo nei secoli a completa disposizione di una ristretta cerchia di iniziati. Vorrei ricordare che la Bibbia cattolica ha selezionato nel tempo una serie di libri rifiutati dalla Bibbia ebraica, o in contrasto coi suoi principali dogmatismi. Se pertanto prestassimo fede alle ponderate parole della Loewenthal e cominciassimo a comprendere che il patrimonio letterario proveniente dal passato fosse stato conservato e preservato senza censure come un continuo arricchimento nozionistico, potremmo forse , in conformità alla tradizione cabalistica, attribuire un senso compiuto al corpo di testi giunto fino a noi senza amputazioni di sorta. Ci piace pensare che la progressiva stratificazione dei racconti e dei miti si sia accumulata nella memoria scritta ed ancor più in quella orale, come viva roccia magmatica e che, con un mantello sopra l’altro, abbia strutturato un disegno d'insieme molto simile alle fasi dell’evoluzione geologica del nostro pianeta, il quale per essere ben compreso dagli studiosi, non deve trascurare nulla. In questa precisa ottica abbiamo così analizzato i numerosi testi del Libro di Daniele, ricavandone nozioni astronomiche e conoscenze di assoluto rilievo. O così almeno ci è parso di fare ogniqualvolta ci siamo trovati di fronte a precise corrispondenze numeriche contemplate – si badi bene - entro differenti ambiti letterari. Valutando con attenzione quanto appena premesso, ecco allora che il libro di Daniele ha cominciato ad apparirci come un coacervo di racconti in veste mitica, concepiti in periodi probabilmente diversi e redatti autonomamente da Autori (spesso?) sconosciuti. Ciò vale anche per il vasto apporto numerico inserito nel testo. Abbiamo difatti più volte visto ripetute le stesse cifre, qualche volta con valenza di anni solari, qualche altra volta con valenza di ore; in entrambi i casi, tuttavia, le grandezze temporali sembravano riferite allo stesso oggetto, cioè al moto assiale della terra denominato Obliquità dell’eclittica, o tutt'al più al ciclo precessionale ( Sembrerà strano, ma in alcuni casi, certe cifre apparentemente campate per aria, riportavano nella quantità di ore solari, l'esatta durata dell'anno platonico, nella stessa misura rilevata al giorno d'oggi e perciò ottenuta attraverso una misurazione assai precisa.) Non deve perciò sorprendere la mancata precisione di determinate misure riferite alla durata di medesimi fenomeni e moti planetari; frequentemente, rispetto alle cifre, si sono osservati risultati molto simili fra loro, piuttosto che uguali, ma non per questo diversamente interpretabili in rapporto alle dinamiche astronomiche. A noi è sembrato perfino scontato che i 575 gradi delle 2300 ‘sere e mattine ’, raccontassero in realtà lo stesso fenomeno di cui parlava la Genesi, nella vicenda di Lamech con i suoi ‘77’ volte sette, cioè con i suoi 539 gradi precessionali. I 36 gradi di scarto (575-539) fra una misura e l’altra indicano, in tutta probabilità, una discrepanza fra calcoli eseguiti in epoche diverse. I 539 delle ’77 volte 7’ ci forniscono ad esempio l’entità di un intervallo che andava, quasi sicuramente, a suggellare la stessa ‘fine dei tempi’ dell’epoca conclusiva dell’Acquario, ma che forse anticipavano di 36 gradi la data dell’inizio che nel Libro di Daniele (con riferimento ai 575 gradi) sarebbe stata quella della Vergine, ovvero prima dell’età del Leone/Lamech citato in Genesi. Essendo il Libro di Daniele , quasi certamente successivo al corpo di testi del Pentateuco (dal quale è stato tratto l’episodio di Lamech), e dunque più recente, lo riteniamo a ragion veduta, più preciso. Ed infatti, dal punto 19 gradi Acquario a ritroso andrebbero contati 41.400 anni solari, quantità, come si è visto, assai vicina alla scadenza astronomica corrispondente al ciclo dell’Obliquità dell’eclittica. Né crediamo di aver fornito differenti scenari nel rilevare che in fondo, i 490 gradi citati nella profezia delle Settanta settimane, fossero gli stessi di cui parla il Vangelo di Matteo riguardo al tema del perdono cristiano (70 volte sette). Punizione e perdono venivano così ingegnosamente equiparati a quantità temporali molto simili fra loro. Ciò che pertanto appare degno di essere valutato è che i diversi amanuensi e curatori dell’opera (o delle opere), abbiano registrato i risultati dei loro studi senza stabilire un criterio di attendibilità che discriminasse ed escludesse il bagaglio dei resoconti antecedenti. La tradizione, insomma, ha preferito operare in senso inclusivo, mantenendo dignità e merito anche per i racconti, e i numeri, elaborati in precedenza, e dunque, se tutto ciò che abbiamo scritto fino a questo punto corrisponde a una corretta interpretazione del metodo, dovremmo alfine accettare senza riserve la parziale difformità fra una soluzione e l’altra.
In pratica, quando nel libro di Daniele viene riportata per l’ennesima volta, la durata del momento in cui ‘cesserà il sacrificio quotidiano (che abbiamo detto essere, astronomicamente parlando, il fatidico momento in cui l’idolo della devastazione verrà innalzato, in quella porzione di tempo amputata dall’Età dell’Acquario), il testo pone come marker la fine dei tempi, definendo la durata totale di tutte le epoche in cui l’umanità ha vissuto ed è proliferata (Età dell’Oro, dell’Argento, del Bronzo, più l’epoca moderna); implicitamente, usando il verbo coniugato al futuro, l’Autore ha lasciato intendere che l’ultimo periodo apocalittico, rispetto a Daniele profeta, sarebbe dovuto ancora arrivare. Ciò può voler dire che il tempo complessivo di 1290 giorni/gradi potrebbe esser stato conteggiato all’indietro. Se prendessimo come marker futuro il primo periodo della Nuova Era, il periodo cioè della convivenza travagliata fra idolo dell’abominio e forze del bene, potremmo valutare meglio il tempo finale posto a chiusura del precedente ciclo. Affermare che quel periodo futuro rappresenta la scadenza di un’ epoca lunga 1290 giorni è come dire, ad esempio, che dal prossimo capodanno (futuro) dovremmo calcolare un tempo (precedente) di 365 giorni. Da quel punto all’indietro, quindi prima del capodanno, saranno contati 365 intervalli di 24 ore. Rifacendoci pertanto alle parole del 12° capitolo del libro di Daniele, possiamo anche dire che dal punto in cui sarà eretto il simbolo dell’abominio passeranno (= saranno trascorsi) 1290 giorni/gradi, estendibili a 1335 (Dan 12: 11-12).Invocazione del perdono
. - Accipicchia! - Avrà esclamato il Santo, Qua non se ne esce più -.
Per fortuna i tempi dell’Altissimo non sono eterni come la
Sua immortale presenza. In fondo si tratta sì, di una punizione impegnativa, ma
con un inizio e una fine. La parola dunque al divino emissario:
Sappi e intendi bene:
da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi. Dopo sessantadue settimane un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui”; [ Dan 9: 24-27]
Le sette generazioni dell’umanità (Haggadah)
Adamo e Caino rappresentano le prime due generazioni del ceppo primigenio dell’umanità. Con i due fratelli il ramo principale cominciato con Adamo si divarica, anche se per poco: in seguito al fratricidio infatti la biforcazione si interromperà per lasciar spazio alla discendenza cainita affiancata successivamente da quella di Set (e con lui il ramo parallelo della discendenza adamitica si dividerà definitivamente). Il ramo cainita pertanto, prosegue con Enoch, primogenito di Caino-padre. Enoch è conosciuto come il fondatore di città, mentre suo padre è colui che per primo fornisce ai discendenti, e quindi all’umanità intera, il sistema di misure. Il suo nome rimanda per l’appunto, al significato di canna (=cubito). La terza generazione dell’umanità ( Le prime due corrispondono ad Adamo e Caino) su questo versante, comincia con Enoch, dopo il quale (Quarta generazione) nasce Irad e da lui Mecuiael padre di Matusael e nonno di Lamech, quinto esponente del casato cainita e settimo di quello adamitico. Dall’altra parte, ovvero nel primo ramo del ceppo adamitico vi è Set. Dopo la morte cruenta di Abele, Set rappresenta il capofila della generazione nata fuori dal giardino dell’Eden, il quale viene concepito al 130° anno di vita di Adamo. E siamo perciò al termine del periodo aureo. Queste sono probabilmente le sette generazioni menzionate nell’Haggadah, fra le cui righe è anche scritto che, dopo l’uccisione accidentale di Caino da parte del figlio di Lamech “ …la terra si spalancò e inghiottì quattro generazioni di cainiti”. Ciò suggerisce che il successivo corso comincerà proprio da Leone/Lamech e ci fa capire che i 490 gradi precessionali contati a ritroso dal punto Zero Pesci, corrispondono a 35.280 prima di Cristo e 37302 anni ad oggi. Sul piano precessionale le quattro generazioni inghiottite dalla terra sono le quattro che precedono il Leone/Lamech, quindi, prima di lui rimangono soltanto Adamo e Caino, tecnicamente parlando, rispettivamente Acquario e Capricorno. Ma anche se si tenesse in conto del solo Adamo la somma ci porterebbe a ridosso dei 38.000 anni ritenuti l’inizio dell’Età dell’Argento, nonché la fine di quella dell’Oro, come dimostra la cacciata di Adamo dall’Eden, mitico luogo di pace, equilibrio ed armonia. Vien da chiedersi perché le 70 volte sette del ‘perdono cristiano’ ci portino ben venti gradi nel segno del Leone. In parole povere, il tempo del perdono indicato dal Cristo nel celebre episodio del Vangelo di Matteo ci sta offrendo su un piatto d’argento (mai attributo è stato così azzeccato) una scadenza precisa del periodo noto come ‘della grande desolazione’, che adesso possiamo affermare senza remore, esser cominciato pressappoco 37.000 anni fa, nei primi venti gradi dell’Era del Leone. Il Cristo, con la sua venuta, e soprattutto col suo gesto sacrificale, offre all’umanità e in modo definitivo, il super-pass per la Nuova Era, e lo fa caricandosi tutto il peso dell’espiazione della colpa. Possiamo tuttavia supporre che il mondo ebraico più ortodosso non accetti la versione evangelica della venuta del Salvatore e, men che meno, la scadenza contemplata nel Vangelo di Matteo. Sarà quindi Daniele, come ci apprestiamo a valutare in questo lavoro, a restituire la dignità divina al Cristo nazareno, attribuendo al periodo di 49 giorni/gradi la stessa collocazione contemplata in Genesi (Lamech). Ecco forse perché, la tradizione cattolica dà tanta importanza al Libro di Daniele, difatti, con la definizione di ‘consacrato ucciso senza colpa ’, il collegamento con la Sua immortale Figura sembra esplicito. Questa definizione tanto particolare, può voler dire che il tempo dell’espiazione della colpa termina con Lui, tracciando una linea di compromesso con la prospettiva messianica della tradizione guidaica. Siamo convinti che ciò sia dovuto alla necessità, fattasi pressante, di fornire qualche risposta alle attese di un fronte mistico dissidente che già molti anni prima di Cristo, stava separandosi dall’ebraismo più intransigente. Il profeta Daniele, o chi per lui, si fa carico di questa dicotomia teologica. Secondo il testo biblico, allora, è Lamech a sancire, senza se e senza ma, il periodo esatto da cui far partire l’arco completo dei 490 gradi nel quale si dipana il lungo periodo della grande desolazione dell’umanità fino a quello messianico della fine di tutti i tempi. La nascita del Cristo non viene certo menzionata nel testo della Genesi , e dunque la versione masoretica ( le cui cifre corrispondono in tutte le traduzioni) indica inconfutabilmente che la pena da espiare per l’assassinio di Caino dovrà durare 539 gradi precessionali e quindi settantasette volte sette. Se la nostra ‘lettura’ del tempo evangelico corrispondesse a una corretta valutazione e se perciò la durata dell’espiazione fosse correttamente calcolata nel tempo di 539 gradi, dovremmo matematicamente concludere che il suo termine andrebbe a sistemarsi, con una certa precisione, nei primi19 gradi dell’Età dell’Acquario (vedi schema riportato nella precedente figura).
Cronologia non-sequenziale
E’ questo un
concetto che coniamo per primi,
riteniamo perciò sia necessario spendere qualche riga in più di utile chiarimento. Ripartiamo dalle sette
settimane di cui si scrive nella profezia delle ‘Settanta settimane’; esse non
indicano il punto da cui far partire il conteggio, ma i 49 gradi precessionali
successivi al punto Zero Pesci in direzione sequenziale verso la nostra epoca.
Non tutti gli esperti, gli storici e nemmeno i teologi si troverebbero in linea
con un siffatto criterio, ad ogni buon conto, teniamo a specificare che sono
state le parole del testo ad indirizzarci sulla collocazione dell’intervallo di
49 gradi cioè di 3528 anni, che abbiamo ritenuto far cominciare , come dice
l’Arcangelo Gabriele in Dan 9:25, ‘da quando uscì la parola per ricostruire
Gerusalemme ; per terminare con l’unzione di ‘un consacrato’ , o anche, di un
‘principe’. Il nodo da districare ci sembra allora quello legato al termine
‘consacrato’ , col quale non è detto si faccia riferimento a Gesù di Nazareth.
In questo senso pensiamo sia utile riproporre un concetto espresso dal filologo
P.Winandy, che scrive: ‘Abbiamo notato che la letteratura qumraniana dà
generalmente una prospettiva escatologica ad entrambi i termini di ‘unto’ e
‘capo’. Essi non sono mai applicati a un personaggio storico contemporaneo.
Nell’Apocalisse di Daniele, facendo parte di questa categoria di letteratura,
siamo portati di conseguenzaa dare a questi due termini un significato
messianico.’ (P.Winandy- Etude philosogique de Daniel 9:24-27; 1977. Pag 279).
In parole povere: è solo Gesù l’unico personaggio dell’Antico Testamento ad
essere sacerdote e re.
Anche noi, come il Winandy, abbiamo fatto affidamento sull’impostazione qumraniana, ma crediamo che col termine ‘consacrato’ si debba designare altra persona piuttosto che il Cristo, per nominare il quale, poco più avanti e in tutte le versioni, è stata usata la proposizione: ‘Consacrato ucciso senza colpa’. Il Consacrato, in valenza astronomica, dovrà dunque essere un vero capo, un’entità riferita a un nuovo inizio, l’ultimo della lunga serie ritrovati nel Vecchio Testamento. In sostanza, crediamo sia alluda in via quasi ovvia, all’Agnello della versione apocalittica giovannea. Per quanto riguarda invece l’espressione ‘la parola per la ricostruzione di Gerusalemme’, non vediamo come la Gerusalemme in questione possa intendersi altro che l’Ordine del CIelo. : la Gerusalemme Celeste, per la precisione. Benché non condivisa da tutti , la lettura andrebbe quindi interpretata in un solo modo, cioè come parola data agli ebrei di Babilonia e come permesso speciale del sovrano per la ricostruzione del Tempio. Secondo questo punto di vista , gli storici hanno inteso le sette settimane come settimane, non di giorni, ma di anni incuranti di quella coerenza parametrale da noi invece regolarmente e interamente rispettata. Per questi esegeti, in tutta evidenza, sono più importanti le scadenza storiche, o pseudo tali, piuttosto che la coerenza del criterio usato per i numeri, infatti da buoni umanisti essi di solito ignorano le cifre, quando non preferiscono addirittura trasformarle nelle quantità che più si adattano alle loro costruzioni. Nel nostro caso, all’opposto, il numero con la sua valenza temporale detta il significato. Abbiamo sempre sostenuto che le cifre sono sempre in rapporto diretto col tempo cosmico, e quindi non riteniamo corretto, a questo punto, offrire al lettore un diverso significato. Abbiamo inoltre visto quale accezione può nascondere l’espressione ‘da quando uscì la parola per far ritorno e per ricostruire Gerusalemme’ , avendo specificato che la Gerusalemme Celeste rappresenta un ordine nuovo e non un complesso fisico urbano e, d’altra parte, gli abitanti della quale, dopo tanti anni, è presumibile non avessero aspettato il permesso del sovrano babilonese per cominciare i lavori di ricostruzione. La ‘parola per ricostruire Gerusalemme, fu pronunciata per la prima volta dal Cristo e da coloro (gli evangelisti) che la trascrissero. Da qui in avanti l’unico principe, capo, o consacrato, che si incontra nelle scritture, dovrebbe essere l’Agnello col suo trono e i suoi 144.000 (Apocalisse di Giovanni) , ovvero, la Nuova Età di pace ed armonia. L’Agnello è un principe, sta alla destra del Padre ed è, in senso temporale, un inizio a tutti gli effetti. Andando avanti nella lettura del testo (verosimilmente pseudo-epigrafo), l’Autore scrive che in 62 settimane ‘saranno riedificati piazze e fossati, ma in tempi difficili’. Nelle 62 settimane, corrispondenti ai 434 gradi precessionali che precedono il punto Zero Pesci, saranno quindi riedificati, cioè ri-collocati, gli astri, secondo nuove coordinate. Ed infine, la frase ‘in tempi difficili’ dovrebbe risolvere ogni querelle sul tema. In seguito il distruttore terminerà l’epoca in corso di mala maniera, e il suo regno verrà inondato dalle acque: quali parole migliori di queste potevano esser scritte per indicare l’avvento dell’Acquario? E con ciò credo sia stata fornita una risposta coerente alla questione dell’Età dei Gemelli, sollevata da vari analisti. Si tratta dunque dell’Età dei Gemelli all’inizio dei delle 62 settimane, a circa 33.000 anni di distanza, e non dell’Età dei Gemelli più prossimi alla nostra epoca che sta a quasi novemila anni dal Ventesimo secolo.
Le 69 settimane contano 483 giorni/gradi
[precessionali] che con la settimana in
cui il distruttore ‘stringerà alleanza con molti’, diventano 490 tondi.
Nell’ultima mezza settimana , 3,5 gradi precessionali, le offerte e i sacrifici
avranno fine. In conto a questo punto è giunto a 493,5 giorni / gradi.
L’espressione di arrotondamento di settanta settimane sembra quindi la più
esplicita rispetto al significato astronomico. Se invece volessimo far quadrare
i conti in modo esatto, non potremmo esimerci da considerare un altro
significato della proposizione ‘durante mezza settimana farà cessare offerte e
sacrifici’. Nulla infatti si oppone all’idea che questa mezza settimana finale
faccia parte integrante delle settimana in cui il distruttore aveva stretto ‘alleanza
con molti’. Se così non fosse e veramente il redattore del testo avesse voluto
aggiungere alla somma precedente altri 3,5 giorni/gradi, sarebbe infatti sembrata molto più precisa
l’espressione: ‘nella successiva mezza settimana’… etc.etc. Resta dunque aperta l’ipotesi che gli ultimi
10,5 gradi appartenuti sia al nuovo corso che al vecchio, siano in realtà sette
(3,5+3,5) e che quindi, come parte integrante della Nuova Era, sanciscono la
fine del periodo del castigo (conseguente al ‘delitto’ cosmico della privazione
della primigenia armonia divina); ne potremmo così dedurre felicemente che il
tempo delle offerte e dei sacrifici espiatori non avrebbe più ragione di essere
prolungato. C’è una certa logica, quindi, in tutte le parole usate nel Libro di
Daniele.
Per giungere alle battute finali anche di queste nostre lunghe dissertazioni vorrei prendere in esame i versetti sulla alleanza del principe distruttore : ‘stringerà alleanza con molti’ (santi) – Recita il testo. In questi molti santi è facile intravedere le costellazioni delle dodici case zodiacali, essendo queste più volte transitate nel cielo ultimi anni del tempo in che il principe del male ha regnato con l’Agnello. Il bene e il male, in un’alleanza transitoria e rapida, conviveranno dunque nella porzione di anni amputati all’Acquario. Tutto, se così inteso, sembra avere un senso rotondo.
Fine dell'articolo
nel post c'è una parte ripetuta due volte. Te ne sei accorto?
RispondiEliminae come devo intendere quel 'continua'? Pubblicherai dunque un altro capitolo?
RispondiEliminaQuesto capitolo lo comporrò a pezzi perché sto rivisitando alcuni concetti e rileggendo il tutto. Quini di volta in volta potrà comparire un'aggiunta, sempre sullo stesso post.
EliminaAppena provveduto. Grazie
RispondiEliminac'era pure qualche refuso
RispondiEliminacorretto anche quello
RispondiEliminadisegno molto ben eseguito , ma che cosa c'entra con il post?
RispondiEliminaIn effetti non centra nulla. Serve a prendere tempo prima di disegnare qualcosa di più attinente
EliminaSe ho capito bene, ma aspetto eventuali correzioni se sbaglio,l'insieme degli scritti raccolti sotto il nome di Libro di Daniele riguardino soprattutto l'obliquità dell'eclittica.
RispondiEliminapoi ho visto che l'era del Leone può essere considerato un punto di inizio del ciclo, ma in Daniele si è arrivati alla Vergine che corrisponde a un ciclo precessionale e mezzo. Naturalmente si parla delle case distanti 539 e 575 gradi p. Infine mi pare di aver capito che in un post precedente, si accennava alla via ascendente di salita al cielo delle anime caratterizzata dal Leone sull'equinozio primaverile e, verso il nord, l'Orsa e il Cigno (Stella polare) vicino alla via Lattea. Forse questa epoca (10800 anni a.C.)vera caratterizzata da un vuoto polare e perciò può essere stata intesa come una fase di inizio. Però questa è una mia conclusione.
RispondiEliminaPoi ho letto che gli antichi che avevano calcolato la variazione dell'inclinazione dell'asse nel tempo (ho visto su wiki che lo sapevano fare già più di 2000 anni fa) , forse avevano supposto che vi fosse stato un tempo in cui questa inclinazione era uguale a zero gradi, cioè l'asse di rotazione era perpendicolare al piano di rotazione della terra intorno al sole. La perdita di questa perpendicolarità (che non è stata confermata dall'astronomia ufficiale e che perciò rimane un'idea dei nostri antenati) avrebbe per loro coinciso con la fine dell'età dell'oro. Dunque sempre che abbia capito bene, è possibile che in quel tempo in cui credevano che l'asse terrestre fosse a zero gradi, e che l'eclittica - che è l'ambiente dove stavano gli dei - corrispondeva con l'equatore celeste dove stavano gli uomini. Questa corrispondenza dunque avrebbe fatto sorgere il mito del 'tempo in cui gli dei camminavano con gli uomini sulla terra' (che era l'eclittica, no?). Se ho inteso bene, trovo tutto molto affascinante e molto verosimile.
RispondiEliminasto cominciando a capirci qualcosa.Rispetto ai numeri individuati vi sono dunque alcone importanti conferme su quei 540 gradi. Mi sembra d'aver capito anche che il riferimento al numero quattro porti inequivocabilmente ai quattro punti equinoziali e solstiziali, mentre non vi son dubbi su cosa voglia dire il numero 72. Sui 1290 giorni vi sono invece, almeno per me, elementi non certi. Anche se 1080 + 210, potrebbe avere un forte richiamo alle quantità che abbiamo più volte letto nei vostri post. La quantità di 1335 è un intervallo parecchio lungo. Su questo numero bisognerebbe forse riflettere meglio. Ma questa è una mia preoccupazione.
RispondiEliminaAbbiamo molti elementi per capire e per condividere le soluzioni. Ma prima vorrei aspettare la fine del post e la fine definitiva di tutta la serie. Mi sto facendo delle idee piuttosto precise. A quando i prossimi post sul perdono e sulla cronologia non sequenziale? un nuovo criterio con cui affrontare le letture?
RispondiEliminaPer ora accontentati di questo ulteriore contributo GBG. Ho aggiornato adesso per te e per eventuali, altri interessati, ma non abbiamo ancora concluso.
RispondiEliminaMa il Leone di oltre 35000 anni fa non sarebbe quello più prossimo alla nostra era. Questo non l'hai specificato. Anche se appare evidente dal conto.
RispondiEliminaDaniel
Sì, non l'ho specificato , @Daniel. ma l'ho fatto più volte in precedenza.
RispondiEliminaColgo l'occasione - come si suol dire in queste circostanze - per salutare gli amici del Senegal. Per la prima volta siamo letti in un paese africano, mi fa piacere che sia il Senegal, col suo grande popolo che apprezzo molto per tanti motivi. E non lo dico per affettata cortesia
rispetto tutti i gradi che nei vostri calcoli considerate corretti, siete in disaccordo con la stragrande maggioranza degli esperti che indicano come punti di riferimento il segno del Leone, quello della Vergine,o il segno dei Gemelli più prossimi alla nostra epoca e non quelli più distanti. Però è vero che tutti i numeri intesi come gradi precessionali portano alle scadenze da voi indicate. Mantengo pertanto i miei dubbi
RispondiEliminaNuove illustrazioni? Bene.
RispondiEliminaSì. Ho provveduto a rimuovere il disegno della bestia con sette corna, che ricordava l'alien cinematografico. Una licenza sul tema un po' troppo spinta. Se qualcuno ha prodotto disegni attinenti me li spedisca pura alla mail sul mio profilo, li inseriremo nel post.
RispondiEliminaRiflettevo su questa serie di post sulla profezia di Daniele e mi chiedevo se qualcuno ha trovato degli elementi ricorrenti che non possono essere equivocati. A mio parere qualcuno c'è e val la pena di sottolinearlo
RispondiEliminaFinalmente siamo alla conclusione di questo complicato post. L ho apprezzato anche io, come molti che lo hanno letto ed in effetti vi sono molti punti estremamente preciso. Cercherò però di fare attentamente ciò che ritengo più utile in veste di critico costruttivo, cercherò cioè di trovare incongruenze o soluzioni tirate troppo perciò capelli.
RispondiEliminaMi scuso per i refusi ma scrivo in condizioni precarie
RispondiEliminaNon preoccuparti per i refusi, sono roba frequente e non importante. Attendo invece da voi anche e soprattutto le critiche che servono sempre e son preziose per affinare e completare i contenuti
RispondiEliminami associo ai complimenti per le originali idee di questa serie di post. Al momento però avrei bisogno di un po' di tempo per riflettere su tutto. grazie comunque
RispondiEliminagrazie a tutti . Domani o dopodomani al più tardi, posterò un post riassuntivo- Faremo il punto sulla situazione prima di passare a nuove scoperte di cifre molto significative nel libro dei Numeri, dei Re, e come promesso, nell'Apocalisse
RispondiEliminamettere insieme tutto il materiale raccolto per creare una visione d'insieme più concisa e chiara è un gran casino. Proverò appena il tempo me lo concederà, purtroppo in questo momento non dispongo della necessaria concentrazione.
RispondiEliminaa presto
Ho rivisto la lunga serie di contributi pubblicati in questi mesi, cercando di tener conto anche delle chiose pervenute ai nostri recapiti via mail, o direttamente attraverso i puntuali commenti dei lettori. (Ricordo che per conoscere il mio/nostro indirizzo di p.e. è sufficiente scorrere con la freccia del cursore sulla scritta ‘e-mail’ riportata sul mio profilo)
RispondiEliminaIl piano di lavoro che ci siamo imposti è il seguente: la prossima pubblicazione metterà insieme una carrellata di argomenti e indagini già dibattuti in questo blog, specificatamente sotto le etichette: cielo; Bibbia. Chi ci ha seguito con costanza e attenzione, troverà forse utile questo ripassino, benché, forse, piuttosto lungo nella stesura. Chi approdasse invece per la prima volta agli argomenti presentati in questo blog, dovrebbe - a mio avviso - porre molte domande, alle quali fornirò sempre una degna replica, anche se, dico fin d’ora che non lo potrò fare, per cause di forza maggiore, con la consueta sollecitudine (Massimo un mese, spero)
Il secondo post proseguirà nella riflessione generale con il medesimo scrupolo, stavolta però, dando modo al lettore di acquisire nuove informazioni e contenuti del tutto inediti. Provo a lasciare qualche anticipazione in modo da chiarire una volta per tutte che in questo secondo appuntamento proporremo all’attenzione comune una serie di ‘scoperte’ della cui originalità nessuno avrà modo di obiettare. Già intravedo storcere il naso di qualcuno, al sentir parlare di ‘scoperte’. Per questa ragione ho utilizzato due volte e impropriamente le virgolette. L’ho fatto per un senso di rispetto che ritengo doveroso nei confronti degli scettici più convinti, rendendomi conto che il termine è impegnativo, sotto tutti i punti di vista. Tuttavia, saranno i lettori più attenti a giudicare se si tratta di vere scoperte o di paccottiglia. Chiariamo: la cifra che porteremo per la prima volta alla luce, e soprattutto la semplicità del procedimento matematico adottato , collima esattamente, sia come quantità che come seme (Si tratta infatti di ore solari), con la cifra individuata precedentemente, di cui abbiamo fornito notizia nel post sul Salmo 90
RispondiEliminahttps://arteeordineanarchico.blogspot.com/2020/08/il-salmo-90-e-la-velocita-della-luce.html
. La cifra in questione, come vedremo, è 615.450 ore solari. Perché, dunque, questo numero ha per noi grande rilevanza? - Si chiederanno in tanti - Anzitutto perché in relazione alla misura attuale del giorno solare, si può ottenere la relazione 71,458 che, come oramai abbiamo tutti capito, è la durata in anni del grado precessionale. In pratica, se dividiamo 615450 per 23 ore 56 minuti e 3 secondi (pari in ordine decimale a 23,924198250728862973… ore) otterremo , precisa precisa, la misura del grado precessionale già individuata in Genesi, cioè 71,45833333…). Che significa ciò? Significa che quella misura esatta si ottiene stimando la misura del giorno di un solo secondo inferiore a quella calcolata dai moderni astronomi. Ma anche sostituendo la misura di un secondo maggiore, o addirittura quella approssimata di 24 ore secche, la soluzione porterà ugualmente alla durata del grado precessionale, sebbene in misura leggermente diversa. Rimandiamo tutti i calcoli al post di prossima pubblicazione.
Possiamo dunque affermare che la durata del grado precessionale è stata menzionata in forma più o meno nascosta (criptata)in ben tre libri della Bibbia masoretica, così come in tutte le altre versioni che lasciano intatta la parte numerica. Questa semplice verifica dovrebbe consentire ai lettori meno convinti di valutare attentamente se quella cifra è scaturita dalla fantasia dei redattori o da una loro precisa volontà.
Sarebbe eccezionale se lo stesso numero fosse contenuto anche in solo due libri. Qui si parla di tre. Quale sarebbe il terzo? Non l ho capito e sono veramente affascinato dalla maniera in cui è stato rintracciato.
RispondiEliminaForse non si è capito cosa volevo dire. Sono molto incuriosito dal modo in cui rintraccerebbe su altri due libri quello stesso numero che ho visto incredibilmente comparire nel post sul Salmo 90.
RispondiEliminaMa se il numero salta fuori in maniera così precisa e non negabile da un'equazione che non può essere intesa diversamente, su che basi viene contestato il numero? Al massimo si può dissentire sul significato. Non capisco davvero chi nega queste cose. A patto che le pubblichiate
'contenuti inediti' : ????? 'scoperte': !!!!!
RispondiEliminaNon è detto che i vostri contenuti inediti siano scoperte, cose cioè che nessuno aveva scoperto prima. Sempre nel segno della modestia le vostre pubblicazioni, eh?
Ricapitolando: se il lettore ci vede delle 'scoperte' significa che è stato attento, se invece ci vede paccottiglia significa che non è stato attento. Praticamente un idiota calzato e vestito. E' qui che volete andare a parare...
RispondiEliminaAnonimo, vede, aldilà della scontata provocazione vorrei chiederle in quale caso, secondo lei , un autore potrebbe credere di aver individuato un significato nuovo e perfettamente attinente. Cioè, quando ritiene che un'analisi di questo tipo possa essere definita originale? Trovare la misura del grado precessionale in tre libri distinti della Bibbia, non trova che sia una scoperta? Mi può citare un solo autore , fra quelli brillanti che conosce lei, che sia giunto alle medesime conclusioni? Qualora non lo trovasse potrei dire che quella presentata in questo blog sia una soluzione con valore di scoperta' A mio modo di intendere, la risposta è sì. Se nessuno ci è mai arrivato prima, trattasi anche per i più ottusi, di scoperta. Se ne faccia una ragione!
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