Dedicato a Ballu, a Fabietto e . . .a Vincenzo
Un tempo lontano di cui non conserviamo più alcuna memoria, potevano dirsi influencers di grido personaggi come Platone, Aristotele, o magari Socrate; oggi gli influenzatori si chiamano Fedez, Taylor Swift, piuttosto che il gettonatissimo blogger umbro Mariano Di Vaio, tanto per dirne alcuni.
e chissà quanti altri ancora avranno la presunzione di ritenersi dèi , o quantomeno esseri superiori agli altri , secondo una graduatoria di (indiscusso) merito scandita dall'indice di gradimento, un numeretto che eumera la quantità dei cd 'seguaci' particolarmente affezionati al loro 'maestro', intimamente sedotti dai suoi insegnamenti di vita, specie se mondana, e sempre molto attenti a dispensare tributi di devota fedeltà alla causa che, di volta in volta, sentono affine al loro modo di intendere la società, la politica , lo svago, in virtù della rappresentazione a loro offerta dal guru di riferimento (morale e sociale), da quello cioè che fa più tendenza e capeggia il vertice della classifica divina di cui dicevamo poc'anzi.. 'Seguaci' per l'appunto, era il termine che si attribuiva a coloro che seguivano una dottrina, una scuola, una corrente di pensiero filosofico o un maestro. Non mi sembra casuale che questa parola sia stata coniata ad uso e consumo dei nuovi numi dell'Olimpo scesi in terra, ed alla dimensione di valore che innumerevoli seguaci sedotti e mai abbandonati, continueranno a tributare al loro successo.
Ma il problema che si presenta nell' immediato, che si presenta cioè davanti alle ultime generazioni (e non solo), è quello del rischio che certi guru del social, forti del loro gradimento, interferiscano nella dimensione etica, quella dell 'autonomia di pensiero individuale e delle condotte. Rischio reale benché del tutto minimizzato da chi, col telefonino ha intessuto nel tempo un rapporto di inamovibile fiducia, tanto intimo da soddisfare spesso con esso, anche inconfessabili pruriti . La risposta che sovente mi viene recapitata al solo valutare il peso di questa possibilità ( cioè l' eventualità del rischio di un re-indirizzamento delle condotte individuali ) è sempre la stessa, e ciò non riguarda, come premesso, soltanto le ultime e 'fresche' generazioni. Ho così interpellato giovani , ma anche boomers (Dunque quarantenni e cinquantenni) rispetto al mio dubbio, ricevendo costantemente il rassicurante invito a non esasperare il problema, inesistente come tale, cioè come problema serio, dal momento che l'eventuale condizionamento di cui si ha tanto timore, verrebbe limitato al solo ambito commerciale. In pratica , si conferma la possibilità di un'influenza (da cui il termine influencer) di un effettivo condizionamento, ma questo sarebbe del tutto cosciente e riguarderebbe , nello specifico, esclusive scelte di mercato, quindi semplici acquisti. Il tutto si afferma sottolineando la parola 'scelta' , in quanto, a dire di molti (Sigh!) , la possibilità di scelta del prodotto reclamizzato rimarrebbe inalterata e , pertanto, col mantenere la facoltà di una selezione cosciente, non verrebbe intaccata la sfera delle libertà , che rimarrebbero, sempre secondo questa logica di pensiero, del tutto integre. E quindi, che danno può fare un sistema di condizionamento, visto ingenuamente ed esclusivamente come modalità di promozione di un prodotto?
Non so se ho chiarito i termini esatti del confronto in atto, ovvero del gap esistente fra chi paventa rischi e chi invece butta acqua sul fuoco degli allarmismi 'fuorvianti' .
La parola a chi ha qualcosa da aggiungere.
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