martedì 24 dicembre 2024

Conclusioni e saluti

 qui il primo post della serie dedicata a Domenico Rosaci
     Nel ringraziarLa ancora, caro Professore, non mi sottraggo dal riconoscere quanto sia stata importante, per noi tutti, questa Sua cortese disponibilità al dialogo, merce assai rara di questi tempi. Anzitutto pone dei giusti limiti alle nostre, forse troppo superficiali, convinzioni rispetto all'epoca delle schematizzazioni matematiche, delle misure astrali, ovverossia, per dirla alla nostra maniera, dei numeri. Condivido infatti, le date che ha così precisamente indicato, e con esse tante altre riflessioni. 
Forse in precedenza  non siamo stati espliciti nel ribadire che determinati computi non potessero appartenere ad un periodo antecedente al 600 a.C. E' stato un bene ci abbia fornito l'occasione per aggiustare questa nostra stima. Implicitamente, gli elementi storici che ci propone non inficiano le nostre analisi, tutt'al più le rafforzano, e cioè forniscono una conferma che intorno al Sesto sec a.C. l' interesse dell'umanità verso la 'meccanica' dei fenomeni astrali era giunto a debita maturazione e cominciava a fornire valutazioni di un certo rilievo, se con questo attributo vogliamo intendere  l'approssimazione con dati rilevati oggi, e nel Ventesimo secolo. Il nostro lavoro vorrebbe infatti stabilire proprio il grado di una tale, sorprendente similitudine. Le cifre rinvenute nei testi biblici e le inconfutabili correlazioni con misure astronomiche attuali da noi individuate nei Sacri Testi, non sono poche e , a nostro modesto avviso, forniscono una prova evidente di tutto ciò. A meno di non volerle considerare frutto di inutili rapporti basati sul nulla storico. Non credo, infatti, che i  numerosi computi, gli elenchi e le varie cifre riportate nei testi biblici, fossero banale spazzatura letteraria. In pratica, se tali numeri venivano trascritti e ripetuti così frequentemente, un qualche senso dovevano pur avercelo. 

       

Riprendo questa sua bellissima riflessione:

"Gli esseri umani arcaici avevano una psiche diversa dalla nostra, molto meno dotata di egoicità, e ciò impediva loro di sentirsi distinti e separati dagli enti fisici. E se non ti senti separato dalla Natura, egoicamente, non puoi provare il desiderio di misurarla e di considerarla un fenomeno meccanico. Non è proprio possibile". 

Pienamente d'accordo! In tutta evidenza, la presenza di numeri nei testi cosiddetti 'sacri', ci ha permesso di stimare una datazione approssimativa  della separazione dell'uomo egoico dalla psiche di quello vissuto in epoche remote, un meraviglioso essere  in perfetta comunione con la Natura .


  Concludiamo qui la nostra conversazione col Professor Domenico Rosaci, ringraziandolo ancora per la sua impagabile e apprezzatissima disponibilità, nonché la sua cortesia. Auguriamo a lui e a tutti voi che avete seguito questo breve dibattito, 

un felice Natale e un sereno Anno Nuovo . 

Auguri , 

fabio painnet blade.


 

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