Il Salmo 90, la luna e la velocità della luce (3^
parte)
In questa terza ed ultima parte del post, ci siamo avventurati in spericolate procedure di calcolo dell'equazione oramai divenuta familiare agli occhi di quegli audaci lettori che si sono impegnati a seguire il ragionamento fin dall'inizio
Fra le poche email ricevute, sul post del Salmo 90, ve ne sono alcune che
reclamano maggior chiarezza nell’ esposizione di concetti risultati poco accessibili ad un pubblico di non
addetti ai lavori, quella platea cioè a cui ho pensato di rivolgermi
preferenzialmente. L’ obbiettivo – purtroppo non raggiunto – voleva tuttavia esser quello di semplificare contenuti e significati complessi,
ma soprattutto intendevo provare a spiegare i principi di
un metodo di lavoro alternativo a quello tradizionalmente utilizzato da esegeti
e cattedratici. Riprenderò pertanto lo sviluppo dell’equazione (a nostro avviso)
contenuta nei versetti del del celebre salmo, oggetto delle nostre analisi, anticipando
brevi chiarimenti.
Come prima osservazione terrei a
sottolineare che nel Salmo 90 il termine ‘anni’ deve essere inteso nel suo
significato originario di 'cielo' (An è un termine Sumero), dal quale se ne può ricavare la
seguente traduzione:
"mille cieli sono come il giorno di ieri appena passato ,
più un turno di guardia nella notte.
Viene a questo punto spontaneo
domandarsi quale valore si debba attribuire alla parola (incognita) ‘cielo’.
Gli sviluppi dell’equazione hanno seguito un duplice ragionamento/calcolo: uno(A) svolto sulla misura di un grado
angolare riferito al moto lunare e quindi ad un trecentosessanesimo del ciclo
completo della luna (28 giorni solari) e l’altro (B) prendendo
in considerazione un trecentosessantesimo del ciclo precessionale di 25920 anni
solari. In definitiva, sono scaturiti due diversi calcoli a seconda che
A)
all’incognita ‘anni’
sia stato attribuito il valore di un grado d’arco (1,9 ore solari) dell’orbita
lunare;
B)
o che sia stato attribuito il valore di un grado d’arco (72 anni solari) dell’intero
ciclo precessionale.
Il Salmo 89-90 che abbiamo finora esaminato sotto il
profilo strettamente matematico, comincia per l’appunto, con l’ espressione ‘Ai
tuoi occhi Signore…’ e lascia supporre che attraverso gli occhi, un
osservatore possa cogliere l’effetto di una straordinaria energia che può
coprire simili distanze in così poco tempo.
Ora, se anziché al ciclo precessionale
intendessimo rapportarci al movimento della luna e ai tempi angolari del suo
grado, (1,8666… ore) e se sostituissimo all’incognita ‘anni’, il tempo di 1,86
(1,9) ore solari (1/360° di 28 giorni), la stessa equazione adottata in precedenza
ci riporterebbe alla misura di 1 Km/sec; ciò potrebbe anche significare che per
percorrere 1000 x 1,86 chilometri in 14 ore occorrerebbe un vettore
che possa muoversi
alla velocità di circa 1 Km/sec, che in realtà è la velocità media
(perielio-afelio) di rotazione della luna intorno alla terra.
Sviluppo dell’equazione 1000 An = 14 h,
con l’incognita An = 1,9 h.
1000 (1,9 h) = 14 h
1900 h = 14 h
24 (km/h) x 1900 h
= 14 h
Da cui l’equazione
45600 Km = 14 h, che secondo l’enunciato riportato nel Salmo 90, potrebbe voler
indicare che un vettore, soltanto spostandosi nello spazio alla velocità di 3257,14 Km/h sarebbe in grado di
percorrere 45600 chilometri (quanti ne occorrerebbero ad un uomo che si
muovesse costantemente alla velocità di 24 Km/h) in quattordici ore solari. La
velocità di 3257,14 Km/h corrisponde pressappoco a 0,9 Km/sec, valore affine –
come già detto -alla velocità orbitale di rotazione della luna intorno alla
terra, rilevato con strumenti moderni.
Ammesso dunque
che gli astronomi di oltre duemilaquattrocento anni fa avessero realmente
calcolato la velocità della luna e ce lo avessero voluto comunicare in termini
criptati, bisognerebbe riconoscere che si siano avvicinati parecchio alla
precisione degli strumenti del Ventesimo secolo.
La Velocità della luce nel Salmo 90
Ole Rømer.
È a questo grandissimo scienziato danese che dobbiamo la prima determinazione della velocità della luce
Se sostituissimo infine il termine ‘anni’ (An= cielo) con la misura di un trecentosessantesimo del ciclo precessionale, ecco che l’equazione nascosta nel testo del Salmo 90 comincerebbe a dirci qualcosa di importante, potrebbe cioè essere sviluppata nella forma matematica di 1000 x 71,458= 10 h + tg (=un turno di guardia), comprendendo in questi termini la porzione del testo amputata da Zecharia Sitchin. In alcune versioni, tale espressione è riportata anche come un turno di veglia nella notte. Una rapida indagine – come si è visto in precedenza – ci ha indotto a valutare questo tempo nella misura di quattro ore solari, dacché un turno di veglia ebraica corrisponde al turno di sorveglianza delle guardie del Tempio di Gerusalemme. Le fonti storiche convergono su questo punto e specificano che per i Romani, ad esempio, lo stesso tempo (di guardia) era valutato nella durata di tre ore solari. Ora, appare palese che l’ultimo termine dell’equazione da aggiungere alle 10 ore solari della durata della luce, fosse perciò di 4 ore.
L’equazione diventerebbe pertanto la seguente: 1000 x 71,458 = = 10 ore + 4 ore. L’intero salmo potrebbe perciò essere interpretato così: ‘Ai tuoi occhi (Signore), quando per noi sono passati circa 71000 anni, son trascorse (solo) 14 ore’; o anche: ‘se volessimo eguagliare lo spazio che tu percorri in 14 ore, noi (esseri umani) impiegheremmo 71.458 anni e più’.
In termini strettamente matematici per venire a capo dell’ equazione e della quantità che abbia voluto rappresentare, dovremmo considerare il valore velocità in rapporto all’andatura di un uomo.
Se pertanto valutassimo i tempi di gara di un atleta olimpionico sulla distanza di cento metri piani, dovremmo tenere in consi-derazione la velocità di 30 km orari, (100 metri in circa 10’’ sec.) ed all’opposto, se considerassimo l’andatura di un maratoneta (40 chilometri), questa velocità si ridurrebbe a 20 Km/h. Razionalmente parlando, volendo indicare uno standard di riferimento delle velocità possibili, ho perciò preferito attenermi ai valori di percorrenza di una distanza intermedia fra le due menzionate sopra, cioè una distanza fra cinquemila e diecimila metri. In questo caso il valore di riferimento (tratto dai record delle discipline olimpioniche) si ridurrebbe verosimilmente al valore di 23-24 Km/h.
Credo pertanto che questo sia l’unico dato disponibile da inserire nel contesto dell’equazione precedente, in virtù della quale la distanza percorsa da un essere umano in 71.450 anni solari risulterebbe uguale alla distanza percorsa da un’entità superiore nel tempo di 14 ore.
Mi sono chiesto perciò, considerando che un uomo può percorrere indicativamente 24-25 Km in un’ora, a che velocità dovrebbe spostarsi un vettore per percorrere la distanza di Km 71.458 x 8760 x 24* nel tempo di sole 14 ore. Possiamo anche dire che, se un uomo potesse metafisicamente correre senza fermarsi mai per tutte le ore contenute in 71.458 anni, alla velocità di 24 Km /h, al termine della sua corsa avrebbe percorso circa 15 miliardi, 23 milioni e 329.920 di chilometri, ovvero, circa quindici miliardi di chilometri. La domanda posta dall’equazione tratta dal Salmo 90 diverrebbe allora la seguente: a che velocità dovrebbe spostarsi un vettore per percorrere grossomodo 15 miliardi di chilometri in 14 ore? La risposta è sorprendente, l’ipotetico vettore infatti dovrebbe eguagliare la velocità di 290.081 Km/sec.
In conclusione, dato che il Salmo 90, comincia proprio con l’ espressione ‘Ai tuoi occhi’, possiamo verosimilmente prendere in considerazione l’idea che l’oggetto in questione sia davvero l’energia luminosa emessa dal sole e che siano gli occhi, l’organo deputato alla percezione di questa energia, la cui onda luminosa è la sola a poter coprire simili distanze in così poco tempo.
*1000 an (1 ‘cielo’ uguale 71,458333 ) = 71.458 anni solari
Un anno solare contiene 8760 ore 8760 x 71.458 (h) x 24
(sono i kilometri percorsi da un uomo in 71.458 anni alla
velocità di 24 Km/h)
Incredibili coincidenze. La prima parte mi è sembrata qualcosa di più preciso per essere una coincidenza. Davvero lo stesso numero di trova anche in altri libri della Bibbia?
RispondiEliminaSì, nella identica forma nel Libro dei Numeri. La perfetta coincidenza non lascia spazio a dubbi.
RispondiEliminaMa è presente, anche lì con una precisione sconcertante, già nella Genesi. Sono sicuro che difficilmente si potrà arrivare alla soluzione: troppo elementare il procedimento. Tanto banale da passare inosservato. Proprio come spiegato nel post del Mullah 'ignorante', già pubblicato su Profezie Evangeliche e di prossima pubblicazione anche qua.
Allora provo a cercare la soluzione. Come ignorante sono qualificatissimo
RispondiEliminaAh ah. Secondo me non sei abbastanza ignorante da trovarla. Comunque vada, fammi sapere. Ti posso dare un aiutino.
RispondiEliminaSono rimasto incuriosito da questo articolo È la corrispondenza con la velocità della luna ad avermi stupito. dove posso approfondire il tema?
RispondiEliminaPotrebbe mettere in chiaro una bibliografia o articoli che trattano l argomento?
RispondiEliminaGrazie
il tema è trattato esclusivamente su questo post. Non ci sono ulteriori approfondimenti oltre quelli che vorranno proporre i lettori. Suggerirei però di prestare maggior attenzione alla prima parte, perché quel particolare numero individuato nell'equazione finale, nasconde ulteriori significati. Ad esempio che un grado precessionale sia uguale a un'ora solare (1° prec. = 1 ora s.)
RispondiEliminaIL POST NON è CHIARO! i COMMENTI ANCORA MENO. Ma cosa vorrebbe dire un grado = un'ora?
RispondiEliminaMa che linguaggio parlate? Ma fatevi capire altrimenti non state dicendo niente
Il post è chiaro, per quanto mi riguarda, ma anch'io non ho ben capito l'equazione: un grado precessionale = un'ora solare.
RispondiEliminaAvevo consigliato di tenere sotto osservazione il primo post sul Salmo 90. L'equazion finale indicava 615450 ore = 1 ora. Giusto? Quindi 615450 ore sono circa 71,5 anni o no? E 71,5 anni non sono forse un grado precessionale? Ovverossia la trecentosessantesima parte di un Anno Platonico.
RispondiEliminaCiò sembra suggerire una corrispondenza fra l'ora solare e il grado , per antonomasia , quello precessionale. POtrebbe cioè rappresentare la prima analogia fra tempo e spazio scomponibili entrambi in 3600 piccole parti, rispettivamente dette secondi e secondi d'arco. Se si provasse che il Salmo 90 è più vecchio di 2.600 anni si dovrebbero rivedere le stime che attribuiscono la prima analogia (e quindi la suddivisione) fra ora e grado angolare, ai Babilonesi.
Mi sembra di aver letto da qualche parte che la suddivisione si attribuisce ai babilonesi per deduzione. Non vi dovrebbero essere reperti che accertano questo fatto, che pertanto viene invece dedotto dal loro sistema esagesimale, cioè dal considerare le misure su base 60
RispondiEliminaSe qui, se là. Troppi se! Se si provasse che il Salmo 90 è il più antico tutto questo lavoro avrebbe un senso. Non avendo provato niente Mi sembrate troppo ottimisti. E anche troppo convinti. tanti auguri
RispondiEliminaNon credo abbia capito molto, caro Anonimo. Tutto ciò che esprimi è una totale impreparazione in matematica, quella più elementare. Se avessi cognizioni elementari per capire la probabilità capiresti che non è possibile che sia casuale la presenza di tre identiche cifre in tre documenti diversi e lontano nel tempo. Insomma se per te tutto questo non ha senso significa semplicemente che sei un cretino
RispondiEliminaAlt,alt,alt B@stiano. In questo spazio, governato da me in maniera dispotica e assolutista , non sono previsti insulti alla persona. Invece sono tollerati troll, critiche e persino denigrazioni gratuite, basta che siano riferite alla qualità di un lavoro. Pertanto, se io sopporto, puoi benissimo farlo anche tu. grazie
RispondiEliminaAccipicchia! Mai mi sarei aspettato che la difesa delle libertà d'espressione fosse garantita da un despota.
RispondiEliminaSenti Anò, passino le provocazioni, ma almeno un nomignolo potresti scriverlo, altrimenti va a finire che ti becchi quello che ti appioppo io.
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